Perchè Mazzarri si, perchè Mazzarri no

Mazzarri contro il tabù Olimpico: romperlo oggi significherebbe sognare

Ricordo di aver scritto un articolo, forse con lo stesso titolo, nell’estate di due anni fa quando a fine stagione sembrò essere sul punto di interrompersi il rapporto tra il Napoli e il suo allenatore Walter Mazzarri, e sembra quanto mai attuale fermarsi un momento a riflettere oggi, alla luce di un perdurante momento di difficoltà sportiva del calcio Napoli.

Perchè Mazzarri si. La lista dei meriti e delle qualità del coach azzurro è lunga, i successi, i complimenti, le critiche sempre positive espresse all’estero sul gioco proposto dal coach livornese, il fatto di aver preso una squadra mediocre nell’autunno del 2009 e di averla guidata alla conquista della Coppa Italia, a riaffermarsi sul palcoscenico prestigioso della Champions, sui campi inglesi, tedeschi e spagnoli suscitando spesso ammirazione. Alla vigilia di questo campionato il nostro mister ha fatto una scommessa con sè stesso, o secondo qualcun altro un calcolo ben ponderato, apprestandosi ad iniziare la stagione con un contratto in scadenza al fine di garantire prima a se stesso e poi alla squadra nuovi stimoli e motivazioni sempre altissime. Seppur con qualche pecca, la squadra è stata attrezzata con 16-17 potenziali titolari, rispetto ai 12-13 delle precedenti stagioni eppure a marzo ci si trova a 9 punti dalla Juventus ed eliminati in Coppa Italia ed Europa League. Evidente è che qualcosa è andato storto, ma non c’è da colpevolizzare il mister, in fondo ci sono stati già altri momenti negativi in questi tre anni e mezzo, e Mazzarri è sempre riuscito a tirar fuori la squadra dai guai, per queste ragioni e per la stima incondizionata in lui Mazzarri deve rimanere almeno fino alla fine della stagione.

Perchè Mazzarri no. Anche al più partigiano dei tifosi, al più strenuo difensore dell’allenatore è ormai chiaro che qualcosa nella testa del coach è cambiato. Si vede dal diverso approccio alle gare, dalla grinta che non riesce piu’ a trasmettere alla squadra, che sembra essersi imborghesita senza averne le qualità, e appare assolutamente evidente che la squadra gira a vuoto, senza idee e senza un piano d’azione chiaro. Ovvio che le qualità dei singoli riescono sempre a tirar fuori qualcosa di pericoloso, ma se non hai neanche un pizzico di fortuna e giochi male è inevitabile, non vinci.
Mazzarri è stato attaccato trasversalmente da stampa, critici e tifosi nel corso soprattutto degli ultimi mesi, quando ormai troppe squadre hanno imparato la formuletta per fermare il Napoli, densità a centrocampo, linee strette e il Napoli finisce lì, si schianta sulla trequarti. Tuttavia tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 sembrava essere cambiato qualcosa già dall’inizio delle partite e per esempio il falso 4-4-2 con la Roma per spegnere il tridente, le varianti tattiche nel centrocampo con Hamsik abbassato a fianco di Dzemaili e Behrami a Parma, e più in generale sembrava aver scoperto qualcosa di diverso dal suo 3-4-X. Ma a un certo punto, forse proprio dalla gara con la Lazio (ma a Firenze si era intuito qualcosa) tutto è stato azzerato, si è ripartiti dall’immutabile 3-4-2-1 o 3-4-1-2 senza alternative, con qualunque altra soluzione relegata ad atto di disperazione finale. E non torna neanche il vedere il mister sempre più spesso spento nello sguardo, sconsolato nel fare gesti di incomprensione con i giocatori in campo, quasi che il rapporto di ferro si sia spezzato senza che i protagonisti se ne rendano conto. Per queste ragioni è giusto che Mazzarri sia esonerato subito.

Due anni fa, al termine delle considerazioni, scrissi che secondo me l’allenatore livornese era da confermare senza dubbi, perchè mi appariva chiaro come Mazzarri avesse il serbatoio delle idee e delle motivazioni ancora bello pieno, e che questo volesse dire che il Napoli poteva beneficiare ancora tanto dal rapporto con il suo tecnico.
Oggi non posso ripetermi, i lettori sanno che il sottoscritto è quanto mai lontano dall’essere un forcaiolo mangiallenatori, ma per tutti c’è una prima volta e devo ammettere a dispetto delle mie convinzioni precedenti che c’è un problema allenatore, l’impressione è che sia scarico, lontano nei pensieri, e non più lucido nella preparazione delle partite, fin dalla settimana, visto che sistematicamente contro Bologna (2 volte), Fiorentina, Lazio, Sampdoria, Udinese, Juventus, Chievo, quindi 7 volte nelle ultime 12 partite, abbiamo praticamente regalato il primo tempo agli avversari, senza per di più riuscire mai a incidere e svoltare nelle riprese.
Sappiamo che la società non è mai stata particolarmente avvezza ai cambi in corsa (solo tre in 11 anni, Reja-Ventura, Donadoni-Reja, Mazzarri-Donadoni), ma temo che per portare in fondo almeno il piazzamento Champions è necessaria una svolta, azzerando la sciocchezza dei titolarissimi e recuperando alla causa sul piano mentale tutta la rosa che oggi appare, in piena sintonia con l’allenatore, moscia e senza cattiveria agonistica.

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