Napoli, il progetto e il futuro, a che punto siamo?

Stasera tutti al San Paolo: il record di presenze stagionale rischia di crollare

Progetto, progetto, progetto. Anche il mondo del calcio non è immune alle mode, e in questo inizio di terzo millennio, la parola progetto è la magic word dietro la quale si celano strategie, investimenti e perché no, anche bugie e inganni. Il progetto Napoli, partito nell’estate 2004, è al nono anno del suo sviluppo, non si può negare che dal punto di vista economico e dal punto di vista sportivo la società abbia fatto passi da gigante in questo tempo relativamente breve, assestandosi stabilmente tra le prime squadre in Italia, e riuscendo, nonostante qualche scivolone di troppo in Europa League anche a ricostruire una certa rispettabilità anche sul palcoscenico europeo.

Come ogni anno, la Deloitte pubblica il suo Football Money League, lo studio delle 20 squadre più importanti e ricche d’Europa, e si riferisce ai bilanci chiusi nella scorsa stagione, ebbene il Napoli per il secondo anno consecutivo è inserito in questa top 20, collocandosi al 15° posto con un fatturato di 148 milioni di euro per la stagione 2011/12, un incremento di circa 34 milioni di euro rispetto alla stagione precedente. La classifica vede nelle prime posizioni il Real Madrid (512 mln), il Barcelona (483), il Manchester United (395), e tra le italiane il Milan all’ottavo posto con 256 mln, la Juventus al decimo con 195 mln e l’Inter al dodicesimo con 185 mln, alle spalle del Napoli c’è la Roma diciannovesima con 115 mln.

Andando a guardare come è costruito questo risultato economico della SSC Napoli, scopriamo che le tre voci principali considerate sono gli introiti da diritti tv, quelli commerciali (sponsor, marketing, licensing, vendita prodotti) e infine i ricavi da stadio. Una gestione equilibrata correttamente dovrebbe prevedere una dipendenza dalle tre tipologie di introito più o meno equilibrata, senza che una delle voci sia nettamente preponderante sulle altre, e invece scopriamo che il Napoli dipende al 58% dai diritti tv (per un valore di 85 milioni, tra Serie A e Champions League), da introiti commerciali per il  26% (38 milioni) e infine solo per il 16 % dai ricavi da stadio (per un valore di 24 milioni).

Volendo fare un paragone con una società che non ha uno sceicco alle spalle, come per esempio il Bayern Monaco, oppure il Tottenham oppure lo Shalke 04 (tutte squadre che precedono il Napoli in questa classifica) vediamo quanto incide altrove il fattore stadio e scopriamo che il Bayern incassa 85 milioni dallo stadio (23% del suo totale), il Tottenham 50 milioni (28%) e lo Shalke 43 milioni (25%).

È chiaro a questo punto, che il Napoli può mantenere il suo livello sportivo attuale, e anzi, migliorarlo solo se avrà un fatturato maggiore e quindi maggiore possibilità di spesa per acquisti e ingaggi, ma questo incremento sarà possibile solo incrementando gli introiti, ovvero acquisendo o realizzando un moderno stadio di proprietà. Non sta ovviamente a noi entrare nel merito se sia meglio uno stadio nuovo a Ponticelli (ma di chi sarebbe poi la proprietà? Perchè se lo stadio fosse comunale o peggio privato il Napoli non solo non avrebbe alcun vantaggio, ma probabilmente ne ricaverebbe un danno) o se sia preferibile ristrutturare lo stadio San Paolo (acquistandolo dal comune, come è stato fatto per esempio per la Mercedes Arena di Stoccarda, demolita e ricostruita settore per settore mentre si continuava a giocare), ma è ormai imprescindibile per la società scegliere e intraprendere una strada.

Per fare un ulteriore step, nel progetto di crescita della SSC Napoli, sono necessari forti investimenti nelle strutture di cui la società azzurra è assolutamente carente, mancando di un Centro Sportivo all’avanguardia, adeguato ad accogliere le attività della prima squadra e del settore giovanile, offrendo spazi moderni e funzionali in linea con gli altri top club europei. È francamente desolante veder giocare la forte Primavera azzurra in uno campo non all’altezza ad Aversa, perché la società non dispone di una struttura adeguata, ed è paradossale tutto ciò se si pensa che la precedente gestione societaria, finita in fallimento nel 2004, disponeva addirittura di due Centri Sportivi in città, quello di Soccavo, e quello (mai terminato) per il settore giovanile di Marianella.

Anche la rivista americana Forbes ha inserito il Napoli nelle sue classifiche, al ventesimo posto mondiale per valore del club (283 milioni di dollari), ciò testimonia la bontà del progetto Napoli che è nato e cresciuto bene sul piano economico e su quello sportivo, manca il terzo pilastro (le strutture) su cui fondare un futuro radioso per la squadra azzurra, e ci auguriamo che la società presto tenga conto di questa evidente necessità per dare ulteriore spinta alla crescita del club.

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