(In)Sostituibile…

Gds - Il troppo utilizzo ha portato Cavani a perdere la brillantezza giusta per fare gol"“63 milioni! All’anem’ do Priatorio!”, direbbe esterrefatto il nonno estinto del film cult “Così parlò Bellavista”, diretto dal filosofo napoletano Luciano De Crescenzo. Eggià, 63 milioni! In questo momento l’animo del tifoso napoletano è diviso, o meglio, il tifo napoletano è diviso tra coloro che dicono: “E iamm, Cavani è Cavani, come lo rimpiazziamo? Ci vorrebbero solo Falcao o Van Persie!” ed altri che: “Beh, pure che se ne va, tenimm 63 milioni, possiamo comprare chi vogliamo, nei ruoli che vogliamo“, e via con i nomi… Forse ultimamente le tante, troppe chiacchiere sul suo contratto, sulla sua clausola che andrebbe alzata, sull’interesse per lui da parte di tanti top club europei, e, non ultimo, sulla sua enorme importanza all’interno del Napoli (talvolta al punto che qualcuno si dimentica di Hamsik), hanno però forse contribuito (ed evidenzio forse! Per carità, chi lo tocca il Matador, unico nostro vero bomber) a far perdere un pizzico d’umiltà (in campo, sia chiaro) e, di conseguenza, anche di concentrazione, ad Edinson. Altrimenti non si spiegano i 590 minuti e passa senza segnare. Un digiuno simile a quello che avvenne nel finale della stagione 2010-2011, quando, dopo l’epica tripletta alla Lazio, il Matador nelle ultime 10 giornate mise a segno solo un gol. Probabilmente i mancati rifornimenti di Hamsik e Pandev contribuiscono alla siccità di gol, tant’è che il Matador delle ultime settimane non è lo stesso di quello cattivo e iperconcentrato visto fino a fine gennaio. Allora sorge più che lecito il dubbio riguardo la sua reale imprescindibilità per questo Napoli.

E’ notizia di questi giorni il probabile interesse del Napoli per Alexis Sanchez (in caso di partenza di Cavani, ma per ora comunque sembra più fantamercato che altro…) e quello per Matri, dato per partente a giugno dalla Vecchia Signora. Ora, premettendo che Matri non è da solo un adeguato rimpiazzo al Matador, oggettivamentele possibilità di poter costruire una grande squadra senza di lui ci sono. Con un Napoli (toccate tutto quello che volete) piazzato tra le prime due il 26 di maggio, così come è ora nelle potenzialità degli azzurri di Mazzarri, tra appeal che cresce e cassa che si rimpingua, sognare qualche acquisto clamoroso (qualche acquisto come ai vecchi tempi…), non sarebbe utopia. Magari un centrocampista di gran livello, uno per cui spendere metà tesoretto, e mettere a posto un reparto che vive di troppi alti e bassi (fondamentalmente per meriti e colpe di Inler), e magari una prima punta non forte quanto Edi ma capace comunque di saper finalizzare con puntualità il gioco che il Napoli crea solitamente per il proprio centravanti. Insomma, costruire un “collettivo”, una squadra proiettata anche verso il bel gioco oltre che verso la concretezza, più verso un gioco di squadra che verso un gioco fondato quasi solo su due uomini. Questo sta infatti insegnando la Juve in campionato, e cioè che alla lunga la squadra vince sui singoli. Perciò, fare a meno di “un” singolo dei nostri due più importanti, potrebbe essere anche positivo, sempre, ovviamente, che si metta mano al portafoglio, e bene. Ora però ai posteri l’ardua sentenza di stabilire se “la cessione” vale la candela…

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