Riflessioni amare, per la serie “facciamoci del male”

Napoli-Maradona-suona-la-carica-ma-potrebbe-non-bastare_h_partbGiù la maschera da ostinati e intransigenti protettori della nostra squadra, convinti che nulla e nessuno possa fermarci nel raggiungimento di quel sogno chiamato primato, al di là degli antipatici bianconeri e dei suoi figli scesi in campo, interpreti spietati e concreti, che spingono mestamente gli azzurri a guardarsi allo specchio per capire realmente cosa vogliono da questo campionato. Già, è proprio questa la verità. Che la Juve ci abbia dato insegnamenti ieri è più che palese. No, non c’entra il gioco, quello, ad un certo punto lo abbiamo anche gestito e dominato noi, andando anche vicini all’obiettivo massimo che ci si era prefissati, gli insegnamento di cui dovremmo fare tesoro sono altri. Non si vince senza esserne davvero consapevoli, non si raggiungono gli obiettivi cercando di far leva sugli episodi.

No, Napoli, le vittorie e le gare si raggiungono e si superano con la convinzione mista alla concentrazione, improntando entrambi i fattori su di una lucidità che ieri è nuovamente mancata, ancora una volta nel momento più importante, ed i bianconeri, nonostante ci costi ammetterlo, sono i principali artefici dei sopracitati fattori, senza tralasciare i particolari che rendono le prestazioni della Juventus veri e propri blitz all’insegna del concreto, di quel saper “venire al sodo” che manca agli undici azzurri. Tu aspetti settimane questa gara, studi e ti distrai per strada, dimentichi di avere una gara europea tanto da regalarla alla prima squadra ceca che ti capita sulla strada, fai strafalcioni durante le gara che precedono la grande sfida lasciando punti per strada contro Bologna e Samp, non vai fino in fondo contro gli altri bianconeri, quelli friulani, scesi in campo con la bandiera bianca issata ed inermi nelle proiezioni in attacco,  per poi arrivare al giorno tanto atteso … per fare gli stessi ingenui errori, cadendo nelle solite problematiche che oggi, dopo la gara-verità, hanno il sapore di una sentenza.

Questa squadra ha forse dato il massimo che poteva dare, oltre non riesce proprio ad andarci, mancando purtroppo di quel pizzico di classe e qualità che fa di una squadra di ottimi elementi un gruppo di famelici e spietati “risolutori” in grado di portare via punti su campi difficili e di non farsi ingabbiare dalle squadrette di turno, portando a termine l’obiettivo tre punti. Eccola la differenza tra vincitori e presunti tali, ecco perché a questa squadra manca ancora qualche tassello di primo piano per dirla tutto in chiave scudetto. Ed ora via dalla testa inutili tabelle di marcia per contare le probabilità di insuccesso dei bianconeri, l’obiettivo primario dovrà essere quello di guardarsi le spalle e lavorare per riportare il sorriso sulle labbra del Matador Cavani, per metterlo ancora a suo agio, in piena sintonia con il gol, senza dimenticare Pandev, anche lui bisognoso dello stimolo che una rete potrà conferirgli, e Insigne, che ha bisogno di fiducia per essere finalmente decisivo.

Per ora questi dovranno essere i “lavori in corso” di Mazzarri, allontanandosi dalle distrazioni di un tricolore che è oramai è solo un miraggio. Che si possa divenire più realisti, che si possa continuare a sognare anche senza sporgersi troppo, rischiando di cadere. Concreti, opportunisti e, quindi, vincenti, eccoli gli aggettivi da riconquistare. 

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