Digiuno Cavani. Matador, cosa c’è che ti turba?

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Il Matador non segna da fine gennaio. Ieri è stato poco incisivo e ha addiritura rischiato l’espulsione. Sono i numeri a parlare. E’ un’astinenza, un digiuno record che purtroppo fa notizia. Non fa gol da 630 minuti, superati i 590 giri di lancette di due anni fa, altra lunga astinenza. Edinson ha esultato l’ultima volta lo scorso 27 gennaio al “Tardini”. Un gol che significò tre punti preziosi in casa del Parma. Poi il black out: niente gol contro Catania, Lazio, le due sfide europee con il Viktoria Plzen, Sampdoria, Udinese e Juventus.

«Non mi preoccupo, certo non mi fa piacere perché un attaccante vive di gol ma so che prima o poi arriverà», il pensiero di Cavani che però sa bene quanto sia dannosa adesso per la squadra la sua avarizia sotto rete. Il Napoli ha smarrito la via della rete e della vittoria, vede la Juve allontanarsi e non può contare sull’apporto della sua bocca di fuoco. 18 centri in 27 partite, queste le statistiche che lasciano comunque il centravanti uruguaiano in vetta alla classifica cannonieri: erano però 18 gol anche un mese fa, su 22 gare, segno eloquente che qualcosa s’è inceppato.

Ieri ha lasciato lo stadio sorridente come al solito. E scaccia la crisi. Si rivolge agli amici che lo hanno scortato vicino al pullman: «Tranquilli, tornerò presto a segnare».

Al di là dell’apparenza però, c’è qualcosa che turba il bomber ultimamente. La condizione fisica è poco brillante, la corsa non appare fluida, sono più limitati e anche più lenti i suoi proverbiali rientri in difesa ma quello che allarma è la sua scarsa reazione sotto rete. Divora occasioni facili, sulle quali è solito piombarsi con grande furia e determinazione. Ci può anche stare che la sua forma per un periodo non sia al top, per un attaccante come lui che va sempre a mille. Ma l’impressione generale è che il Matador sia nervoso, probabilmente per questioni personali, in campo certi suoi atteggiamenti sono a volte censurabili. Più d’una volta s’è lasciato andare a falli di reazione, quasi di frustrazione, e queste non sono cose da lui. Come le ammonizioni, nel tabellino dei cattivi ci sta finendo troppo spesso. Come anche nella rete della provocazione. Il duello ruvido e anche fuori le righe con Chiellini ne è un esempio. D’accordo, è stato provocato ma il suo gesto di ieri sera ha rischiato di lasciare il Napoli in dieci prima ancora che finisse il primo tempo. Vista e rivista in tv, la gomitata rifilata allo juventino era da rosso. Buon per lui che sia scattato almeno il giallo, così non potrà esserci prova televisiva…

Fonte: Il Mattino

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