L’editoriale di Raffaele Nappi: “La voce del popolo”

editoriale_raffaele_nappi“No, bast’ Mazzarri s’ n’adda ij”, “Ti giuro, vorrei proprij signass l’Udines’ mò mò”, “Oramai è un intossico ogni partit’”. C’è una voce, quella del popolo, che si avvicina più all’istinto che alla ragione. È il cuore che parla direttmente, senza filtri. Le parole arrivano in un blazo alla bocca e, prima che tu te ne accorga, sono già uscite fuori.

È la seconda volta che capita in 2 settimane. Prima con la Samp, poi con l’Udinese. Avete ragione: lo 0-0 è uno dei risultati più brutti da commentare, da mandare giù, da raccontare. E che c’è da dire? “Amm fatt schif’”.

E invece c’è una storia intera dietro lo 0-0, dietro le parole dell’istinto, dietro la voce del popolo. C’è la storia di un tifoso che vorrebbe di più,  di una squadra che arraffa alla meglio le sue azioni da gol, che ce la mette tutta, o quasi. Dietro la voce del popolo c’è un sogno da acchiappare, o almeno da cullare ancora con un minimo di speranza.

Dietro la voce del popolo c’è un coro, che va da Fiumicino al lungomare, che abbraccia il suo Re e salta insieme a lui. Ci sono tifosi impazziti col telefonino, c’è chi è troppo giovane per averlo visto, c’è chi lo ricorda troppo bene.

Dietro la voce del popolo c’è una speranza incosciente e indistruttibile che dice ancora “Io ci credo”. E tu?

Raffaele Nappi

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