Napoli fuori dall’Europa, ma le colpe e le responsabilità ci sono…

cavani a terraFuori dall’Europa League. Non riesce l’impresa agli azzurri, Napoli di nuovo ko contro ilViktoria Plzen dopo la disastrosa sconfitta del San Paolo all’andata. E altra notte europea amara, una manifestazione affrontata dal primo momento con stimoli e rendimento nettamente inferiori rispetto a quelli del campionato, primo vero obiettivo con gli azzurri in corsa scudetto alle spalle della Juve. Anche stavolta, nella Repubblica Ceca, Mazzarri ha tenuto presente il prossimo impegno di lunedì a Udine nelle sue scelte. Cavani, Inler e Cannavaro, in campo nella ripresa, assente Hamsik, rimasto a casa per l’influenza. E Napoli poco brillante, praticamente mai un’occasione realmente pericolosa, un tiro in porta degno di nota.
Temperatura sotto la zero e nevischio. Quattrocento napoletani, nello spicchio di curva sventolano bandierine azzurre. Mazzarri ridisegna la squadra sconfitta nettamente all’andata, nuovo modulo, il 4-3-3, nel tentativo di giocarsi più carte possibili in quella che dovrebbe essere una vera e propria impresa dopo lo 0-3 dell’andata. E il tridente come caratteristiche è super offensivo con Pandev e Insigne ai lati di Calaiò, l’attaccante tornato in azzurro all’esordio stagionale dal primo minuto e in Europa. Ma gli attaccanti non riescono mai ad azionarsi con pericolosità. Presidia bene gli spazi il Napoli e rispetto al disastroso match di andata è in partita, però non riesce mai a creare reali pericoli.
L’atteggiamento di squadra è più convinto manca però lo sprint, il cambio di passo per mettere veramente in difficoltà i cechi del Plzen, ovviamente prediposti a una gara di contenimento con l’idea di far male con le ripartenze. C’è difficoltà da parte del Napoli a ribaltare l’azione in velocità per i tre attaccanti, quello che prova di più a collegare centrocampo e attacco è Dzemaili. Soliti difetti di Donadel, quando viene puntato in velocità non tiene l’avversario ed è troppo impreciso nel giro palla, viaggia a velocità da crociera, impossibile per reggere confronti a certi livelli. Gli azzurri giocano soprattutto a sinistra sull’asse Zuniga-Dzemaili-Insigne senza riuscire a trovare sbocchi decisivi. Comunque il talento di Frattamaggiore è quello che tocca il maggior numero di palloni ed è il più vivo anche se non trova la giocata giusta, quella decisiva. Però è lui l’unico a provarci: tra l’altro è suo l’unico tiro in porta del primo tempo (6′) deviato da Kozacik. De Sanctis corre un rischio giusto all’inizio quando gli azzurri ancora non si sono assestati con il nuovo modulo, bravo Gamberini, il migliore della difesa, a liberare a due passi dalla porta.
In avvio di ripresa entra anche Cavani, al posto di Donadel, e cambio ruolo per ruolo tra Inler e Behrami. Nuovo modulo, il 4-2-3-1: mediani bassi Inler e Dzemaili, Cavani-Insigne e Pandev alle spalle di Calaiò. Il Viktoria colpisce, azione viziata anche da una spinta sospetta su Rolando, tutto solo Kovarik (6′ st) controlla e beffa De Sanctis che non riesce a trattenere la conclusione. E nel finale il raddoppio di Tekl, al termine di un’azione in contropiede.

Fonte: Il Mattino

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