Lazio-Napoli Vs Roma-Napoli: trova le differenze

edinson_cavani_roma-napoli5-300x190Non so per voi, ma, per quanto mi riguarda, il primo tempo interpretato ieri dal Napoli puzzava di “già visto”.

12 febbraio 2011, anche in quella circostanza si trattava di un anticipo del sabato sera, lo stadio era lo stesso, ma l’avversario era la Roma di Ranieri che in classifica occupava pressapoco la stessa posizione dell’attuale Lazio, così come il Napoli che, ora come allora, dava filo da torcere alle “signore del Nord” collocate ai vertici.

In quella circostanza, gli uomini di Mazzarri, scesero in campo sbagliando completamente l’approccio alla gara.

Poco lucidi, contratti, distratti, deconcentrati, capaci di sbagliare anche i più elementari dei fraseggi. Esattamente com’è avvenuto ieri.

In quel Roma-Napoli, tuttavia, contrariamente a come è avvenuto ieri, gli azzurri riuscirono a chiudere la prima frazione di gioco a reti inviolate e a ritrovarsi immediatamente nella ripresa, complice una veemente strigliata di Mazzarri, miscelata alle razioni d’attesa sorseggiate negli spogliatoi.

Infatti, nel secondo tempo, grazie ad una doppietta del giustiziere Cavani, il Napoli riuscì a far suo quel match.

A prescindere dal risultato, quello che in entrambe le gare, seppur a distanza di due anni, è apparso al quanto simile, è stato l’approccio mentale della squadra alla partita, complice, probabilmente, in entrambe le circostanze, non solo la tensione emotiva legata “all’importanza del vincere“, ma anche l’atteggiamento ostile, snervante, molto poco ospitale e sportivo da parte degli addetti ai lavori delle squadre romane.

Infatti, i raccattapalle, nel corso della partita di ieri, restituivano in ritardo il pallone al Napoli, con lo scopo di rallentare e spezzare le fasi di gioco, mentre due anni fa, il clima era molto al quanto teso ed ostile, a partire dall’accoglienza riservata dai supporter giallorossi ai partenopei, fino al clima nervoso e concitato che si respirava sugli spalti e sulle panchine.

Ovviamente, immancabili, in entrambe le circostanze, i cori razzisti nei confronti dei tifosi napoletani.

Ieri, il Napoli non ha vinto, ma ha conquistato un ottimo pareggio.

La grande innovazione, non solo in relazione a quel Roma-Napoli del 2011, ma anche rispetto a tutte le altre gare che il Napoli è stato chiamato ad affrontare, costretto a rivoluzionare il credo tecnico-tattico sul quale si ancora il suo gioco, è costituita dalle scelte attuate da Mazzarri.

El Kaddouri, Insigne, Calaiò: un Napoli a trazione così anteriore non si era mai visto.

Segnale forte, importante, rassicurante che comprova che l’allenatore azzurro è disposto a conferire malleabilità e duttilità alla sua formazione ed è capace di imprimere versatilità ai suoi schemi di gioco.

Di certo, la spregiudicatezza ed il coraggio dimostrati dal tecnico toscano meritavano di essere premiati con i tre punti, ma, tuttavia, al Napoli non resta che sperare che il risultato maturato ieri all’Olimpico, a dispetto della scaramanzia, sia precursore di un finale di Campionato diverso per gli azzurri, rispetto a quello maturato due anni fa, nonostante la vittoria in trasferta, in quello stesso stadio, contro la Roma

Luciana Esposito

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