Può il Napoli salvare Napoli?

Napoli's football fans celebrate the vicSo bene che la serietà imporrebbe di tenere separati i termini del gioco e quelli della vita vera. Ce l’hanno insegnato i nostri nonni, gli educatori dello Stato, la religione delle cose serie.

Ma cosa può dirsi serio, cosa inutile, cosa gioco? Le cose hanno l’immane pregio della neutralità originaria; è poi la ragione battuta dal martello di una cultura precisa a rivestire di determinazioni le cose e gli atti, in sè assolutamenti privi di moralità e giudizi.

Stamattina ne ho avuto una prova. Non mi si chiami blasfemo, o almeno lo si faccia dopo aver esercitato un minimo di pazienza. Passeggiando per le strade della mia città ho percepito l’immagine precisa di un popolo dal cuore in subbuglio. Non ci si agitava per le promesse di Monti, nè per il lavoro che manca: l’argomento unico era il Napoli. La città sembrava come sospesa al di quà del sogno, dimentica della rugosa realtà da stringere, fuori la cittadella delle maledette incombenze che ci annientano.

Erano mesi che il mio sguardo non mieteva così tanti fasci di sorrisi. Donne eleganti dimentiche del colore dell’ombretto per far spazio alle sfumature del terreno di gioco. Il parroco che tirando la fune delle campane per annunciare messa si spoglia del suo dovere spirituale e pensa non a Cristo ma all’ultima domenica di Maggio, rivelando al sagrestano che se succede quello che non si può dire allora ” Vedi che Inferno ti combino con questi bronzi antichi”

E il professore che entra in segreteria per ritirare registri ritrova un mattino fatto d’azzurro, in una cortesia frenetica ottiene tutto ma non quello che aveva chiesto. Si favoleggia di 1°Marzo, di presenza certe in Curve A-B-C. Oggi non c’è spazio per il voto e per la nota, queste cose non sono serie, queste cose meglio soffocarle. E allora il professore va a lezione. La lezione di storia diventa un resoconto delle sfide memorabili del Napoli, l’ora di Filosofia parte dall’indagine del sentimento per terminare nell’analisi dell’irrazionalità della passione calcistica.

Può il Napoli salvare Napoli? Perché no? Fosse anche solo per una settemina. Questo Napoli che dispensa illusioni, che semina adrenalina è il simbolo della matrice irrazionale delle nostre esistenze. Peccato che lo abbiamo dimenticato
. Troppo seri prendiamo la vita come una medicina. Saggio colui che la prende a “calci” con l’anima libera, proprio come un pallone. Sono giorni che l’aria si è fatta friabile, le donne più belle e gli uomini più cortesi.

Non la messa della domenica, non il comizio del sindaco, nemmeno il sabato sera hanno questo potere. Nell’idea pura del calcio il tifoso recupera una gratuità dell’esistere che la società gli impone di lasciare nell’armadio dei sogni insieme alla libertà.

Come è bella Napoli questa mattina. Quante risate, e come sono belle le donne che si dimenticano dell’ombretto per ricordarsi del 1°Marzo, come sono spirituali i parroci che si abbandonano all’istnto della fede azzurra, come è bella Napoli.

Io non l’ho mai trovata più buona, e poi mi si dice che il calcio è solo una perdita di tempo. Allora che possa “morire” senza tempo, e quindi farsi immortale, tutta la nostra città. Istintivi e irrazionali, perditempo o sognatori, ma che possiamo farci se sono gli altri a non comprendere la serietà del gioco?

Come è bella Napoli stamattina, e come sono belle le sue donne che si dimenticano dell’ombretto…

Carlo Lettera
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