Un arbitro di Pompei e due partenopei in campo stasera a Torino: il calcio italiano stasera potrebbe dare un segnale forte sul caso razzismo

Un arbitro di Pompei e due partenopei in campo stasera a Torino: il calcio italiano stasera potrebbe dare un segnale forte sul caso razzismoQuando il calciatore Kevin-Prince Boateng il 3 gennaio di quest’anno ha (giustamente) lasciato il campo di gioco— seguito dalla squadra del Milan —perché stanco dell’ennesimo «buuu» urlato da alcuni tifosi durante l’amichevole con la Pro Patria, tutti hanno (altrettanto giustamente) levato gli scudi. Barbara Berlusconi: «Le partite vanno sospese anche in campionato». Giancarlo Abete: «Indegna gazzarra, attiveremo la Procura federale». Cesare Prandelli: «Alziamo la voce contro il razzismo». È seguita indignazione della stampa mondiale (i francesi dell’Equipe, i tedeschi della Bild, gli inglesi del Sun, gli spagnoli di Marca, i brasiliani di Globloesporte, gli argentini di Olé) e intervento del presidente della Fifa Joseph Blatter: «Le punizioni contro gli atti discriminatori devono essere molto severe. Le sanzioni finanziarie non sono efficienti, ci dovranno essere penalizzazioni e retrocessioni». Anche se — come dirà il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli— quei cori razzisti sono «colpa di quattro deficienti» (per la verità sei, accerterà la Procura). Ben più di quattro, invece, sono quelli che hanno intonato «cori discriminatori» contro i napoletani allo Juventus Stadium di Torino, dove in occasione degli incontri contro l’Udinese e la Lazio i tifosi bianconeri hanno cantato «Vesuvio lavali col fuoco». Berlusconi, Abete, Prandelli e Blatter in questo caso non si sono fatti sentire. E la «tolleranza zero» tanto invocata s’è tradotta in una multa comminata dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Diecimila euro per le frasi razziste durante Juve-Udinese, ventimila per quelle di Juve-Lazio. Il motivo? C’è stato un «coro costituente espressione di discriminazione», ma «la società Juventus ha operato ai fini preventivi» (perché, i dirigenti della Pro Patria avevano invece distribuito ai tifosi il manualetto del perfetto «buuu»?). Questa sera, alle 20.45, si gioca Juventus-Genoa. Senza citare i napoletani tra campo e panchina (Quagliarella è di Castellammare, città dove il 24 agosto del 79 Plinio il Vecchio morì a causa dell’eruzione del Vesuvio, Borriello e Immobile hanno parenti e amici a San Giovanni a Teduccio e Torre Annunziata, in piena «zona rossa»), a dirigere il match sarà Marco Guida, classe ’81, consulente commerciale, arbitro dal 20 dicembre 1996, in serie A dal 2011. È nato a Pompei ed è iscritto alla sezione di Torre Annunziata, due cittadine che sarebbero cancellate nel caso della tanto auspicata (da certi juventini) eruzione. Che farà l’arbitro se i tifosi invocheranno il Vesuvio? Sospenderà l’incontro? O si limiterà agli scongiuri ?

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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