Sentenza annullata, leggere attentamente le avvertenze

foto.calciomercato.com.abete.delaurentiis.356x237Aggettivi a profusione sono piovuti sulla testa del Napoli quando gli echi della sentenza annullata e della restituzione di uomini (Cannavaro e Grava ndr) e punti (+2) ondeggiavano nell’aurea mediatica pallonara. Privilegiati, approfittatori, fortunati, opportunisti e chi più ne ha più ne metta. Tutti aggettivi più o meno dispregiativi, atti a sottolineare soltanto l’aspetto legato alla capacità di tirarsi fuori dalle sabbie mobili dell’illecito sportivo, con chissà quali attenuanti, salvaguardato più dall’astuzia degli avvocati e dalla negligenza di giudici accomodanti, che dalle reali credenziali di innocenza. Nessuno che abbia utilizzato gli aggettivi ben più consoni, basti pensarne ad uno che sarebbe valso per tutti: INNOCENTI.

Ma si sa, nel calcio, come in guerra tutto è lecito, ed il tempo e la verità dei fatti porteranno giudizio. Ma la cosa, con ogni probabilità non verrà dimenticata così facilmente, poiché la sentenza e di quelle storiche, che fanno epoca, e  che hanno segnato un vero e proprio tzunami nell’ambito della giustizia sportiva, pertanto la piena assoluzione di cui il Napoli ha beneficiato è destinata e rimanere viva come monito alle eventuali prossime richieste di ricorso. Ciò potrebbe vedere tirati continuamente in ballo gli azzurri e i propri tesserati graziati dalla giustizia, tenendo costantemente in tensione le corde sempre più tese dei nervi di un ambiente appena uscito esausto da una battaglia legale senza precedenti.

Lo sprint a cui il Napoli si appresterà, poi, dovrà essere imbastito su presupposti bellici che hanno come principio la concentrazione, amica inseparabile dell’ideale mazzariano, volto ad isolare i propri uomini dalle voci incontrollate dei media per conservarli in un ambiente asettico, privo di pericolosi scossoni destabilizzanti. Si dirà, come lo si è già detto, che il Napoli è stato privilegiato per chissà quale santo in paradiso,oppure grazie al blasone e alla posizione che il proprio presidente è riuscito a costruirsi in lega, peggio ancora per il posto che occupa in classifica, aspetto determinante per consentire al campionato di non perdere ai punti una delle sue più fervide protagoniste, stesso parametro di giudizio che si è utilizzato per delegittimare l’esclusione dall’elenco dei “penalizzati” della Lazio e del proprio tesserato Mauri, anche se i pericoli per i biancocelesti sembrano ancora dietro l’angolo.

Che si sappia che, alla prima occasione utile, si dirà che c’è stata una sentenza “ambigua” agli occhi di molti, che ha toccato, guarda caso, il potente Napoli, e che ha consentito il club di De Laurentiis di usufruire nuovamente di uomini e punti inizialmente estromessi, in una faccenda che ha tutta l’aria di una bonaria rivalutazione dei fatti, chiusasi all’italiana, e cioè, ” a tarallucci e vino“. Il motto dovrà essere “spingere al massimo delle proprie possibilità“, lontano dalle voci, lontano dagli ostacoli mediatici, vicini soltanto al comune intento di provarci, provare un qualcosa che, per ora, è meglio non rendere pubblico, ma che per ora chiameremo sogno. Insomma, in un mare di illazioni, il Napoli dovrà saper nuotare per trovare le coste della propria coscienza, per dimenticare gli accusatori e riprendere il cammino con i paraocchi equini, per raggiungere la zebra strisciata di cui ora si intravede già la coda. 

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