Dopo Armero e Calaiò, cosa succede in città?

armerocalaiò-e1358017960135A Napoli, oramai lo si sa, si pretenderebbe capra e cavoli ogni qualvolta il mercato lo permetta. Se fossimo nella mente di ogni napoletano tifoso, la società avrebbe un considerevole numero di giocatori sul groppone, dalle più disparate caratteristiche, in un contesto inverosimile e alterato in maniera spropositata. Ecco perché conviene che ognuno dia la sua opinione, nel rispetto dei ruoli e soprattutto aspettando che siano maturi i tempi per fare la propria critica costruttiva. E’ finito il tempo in cui si bruciavano le tappe e si sputavano sentenze per una scelta, secondo la propria opinione, sbagliata per questo o per quel motivo, sono lontani i momenti in cui poche voci erano capaci di buttare al vento il lavoro messo in pratica per un giocatore troppo presto condannato da frettolosi giornalisti da carta straccia fuorviati da altrettanti tifosi che, con un approccio sbagliato, hanno fatto solo del male alle sorti della propria squadra del cuore.

Oggi si ha l’impressione che anche la tifoseria si sia portata avanti coi tempi, valutando i movimenti di mercato in maniera ampia, prendendo in considerazioni più aspetti, guardando alla modalità d’acquisto, osservando le caratteristiche degli uomini ingaggiati in funzione di un organico che ha già determinati tasselli in squadra, insomma valutando in maniera accurata ogni possibile aspetto. Non fa lo stesso parte della critica partenopea, che su alcuni siti e trasmissioni sportive regionali tenta invano di alimentare polemiche con affermazioni e dichiarazioni volte a rendere il mercato azzurro insufficiente prima del tempo. Gli arrivi di Armero e Calaiò hanno, tutto sommato, trovato l’assenso di buona parte dei supporters azzurri, almeno per quanto riguarda la parte coerente della tifoseria, che guarda alla politica dei piccoli passi attuata dalla dirigenza partenopea, volta ad evitare di “dare strappi al motore“, volendo rubare una famosa frase ad un testo di Battisti.

Rafforzare senza alterare il gruppo, questo il motto di Bigon, che ora ha il compito più difficile da portare a termine, prendere un difensore che sia in grado di coesitere in squadra, sia nel caso in cui Cannavaro resti ancora fuori per squalifica, ma anche se il capitano dovesse rientrare. Insomma, il solito “uomo da Napoli” in grado di abbracciare il progetto di crescita, abbandonando la certezza del posto da titolare, riponendo le proprie capacità nelle sagge mani del tecnico Mazzarri, che proverà con tutte le sue forze a renderle funzionali al progetto. A metà Gennaio, con una sessione di mercato che ha portato finora due elementi di sicuro valore e con la prospettiva di vederne almeno un terzo in arrivo, la società sembra stia mantenendo le promesse di rafforzare un organico che si appresta a proporre ancora una volta la propria candidatura per puntare in alto, quanto più in alto è possibile.

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