I voti al 2012 azzurro, Riccardo Bigon

bigon1Oggi facciamo il punto del 2012 di Bigon, l’uomo mercato del Napoli

2012 da luci e ombre per Riccardino. L’anno solare inizia con l’investimento più gravoso in entrata, l’acquisto a gennaio dall’Universidad de Chile di Edu Vargas per 10 milioni di euro circa. Tutti abbiamo visto com’è andata finora, perché a parte le solite frasi del tipo “il ragazzo ha bisogno di giocare”, “Mazzarri non gli dà fiducia”, si è visto pochissimo dell’esuberante Edu visto nella Copa Sudamericana 2011. Quindi investimento per ora in procinto di minusvalenza, a meno che un prestito in una squadra dove possa giocare di più lo rivitalizzi. Nella stessa sessione però preziose sono le “perdite” di alcuni giocatori in esubero come Chavez, Mascara e Santana. E’ questa infatti la maggior abilità del nostro uomo mercato, che in tre anni è riuscito a scaricare dalle spalle della società tanti contratti lunghi ed onerosi, facendo in certo senso una riordinata dopo le abbuffate di acquisti dell’epoca Marino. Però nel mercato estivo ci si attendeva qualcosa di più oltre che le tanto utili cessioni: sono arrivati sì Insigne, Behrami e Gamberini, Mesto, El Kaddouri ed Uvini ma nessuno ha fatto fare un netto salto di qualità. Insigne è stato l’erede di Lavezzi, e per ovvi motivi di ambientamento nella massima serie non ha ancora dato quello che il Pocho dava l’anno scorso. Behrami ha preso il posto del partente Gargano, forse l’operazione più intelligente di tutto il mercato: Valon ha le stesse caratteristiche di Gargano, ha più o meno la stessa età ma ha più fisicità e perde meno palloni. Gamberini si è rivelato un ottimo jolly, ricoprendo tutti i tre ruoli della difesa, ma in fase di impostazione lascia a desiderare rispetto a Campagnaro o Cannavaro. Infine Mesto, El Kaddouri ed Uvini sono arrivati con l’etichetta già attaccata di elementi del Napoli 2, e finora, ad eccezione di poche partite, sono stati tali. Uscendo dai casi singoli, l’impressione è che in questo momento il mercato del Napoli sia solo orientato a rifinire e completare la squadra attorno ai due fuoriclasse Hamsik e Cavani, senza aggiungere però altri “top player”, cioè giocatori capaci di alzare di molto il livello tecnico. Cosa di cui, specie a centrocampo, il Napoli avrebbe bisogno. Ad agosto si parlava di scudetto, ma con una Europa League che toglie energie fisiche e nervose è necessario avere un gruppo di almeno 17-18 giocatori più o meno allo stesso livello, ma i fatti non parlano di questo. Altro discorso si può fare invece per le relazioni, sia esterne che interne, in cui Riccardino si sta facendo notare per serietà ed equilibrio. In quelle esterne è sempre pacato ma mai banale, in quanto nelle dichiarazioni non lascia mai trapelare nulla del suo lavoro sotterraneo in sede di mercato e rinnovi, fungendo da alter ego di De Laurentiis, con il quale è in ottima sintonia. In quelle interne questa sua capacità è stata forse decisiva per il rinnovo fino al 2017 di Cavani con tanto di clausola a 63 milioni, che, speriamo, blinderà il Matador per lungo tempo. La conferenza stampa in occasione della firma e le tante parole rilasciate dal numero 7 quest’anno fanno infatti intravedere che Edi crede nel progetto e vuole restare, segno che forse in futuro Riccardino, insieme al patron, ha in serbo grandi colpi. Nonostante questo però lo aspettiamo al varco al mercato di gennaio. Nel mentre è rimandato con un 5,5.

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