La Disciplinare bacchetta Palazzi, troppi errori ai processi

palazzi_stefanoLa Disciplinare, oltre al Napoli, assesta qualche colpo anche alla Procura federale. Per la serie: gli errori di Palazzi non finiscono mai.

ERRORI. In attesa di riformare la giustizia sportiva (ad esempio la responsabilità oggettiva Abete la vorrebbe modulata sulla base della legge 231, soprattutto per quanto riguarda il comportamento dei “dipendenti”), c’è da annotare l’ennesimo processo decisamente opaco per Stefano Palazzi, il Procuratore federale che continua ad inanellare una serie di insuccessi legali (ci riferiamo, ovviamente, ai grandi processi). Tutto è cominciato, per quanto riguarda le scommesse, con Antonio Conte. Nell’ordine: un patteggiamento anomalo (3 mesi e 200 mila euro) saltato (anche perchè, solo con l’art. 23, quindi senza la collaborazione piena, non sarebbe tecnicamente possibile inserire un’ammenda in denaro), la richiesta di quindici mesi che la Disciplinare ha ridotto a dieci e la Corte federale ha confermato (togliendo una partita), fino al Tnas che ha chiuso i conti a quattro mesi.

RINCORSA. E di Bonucci e Pepe vogliamo parlarne? Portati alla sbarra (sportiva) con l’accusa di illecito, il tentativo goffo di patteggiare in gran fretta, il ricorso in secondo grado della Procura dopo l’assoluzione alla Disciplinare e la Corte che conferma il “liberi tutti”. Adesso, fresco di conferma (recente) alla guida della Procura, il magistrato militare (un gentiluomo del Foro sportivo, in qualche caso autore di guizzi legali degni di tale nome) ha “toppato” sei richieste su undici imputati. Dal Napoli (per il quale aveva chiesto un punto solo) a Cannavaro e Grava (nove mesi: perchè?) C’è poi il discorso che riguarda il Crotone: un punto di penalizzazione per una responsabilità presunta che però era carente di qualsiasi tipo di appoggio, a cominciare dal ragionevole dubbio, senza dimenticare che, pur avendo interrogato il legale rappresentante della società (Ursino, che ha potere di firma) lo stesso non è stato rinviato a giudizio. Un’ammissione intrinseca che, pure in caso di proposta illecita, la società l’aveva ignorata. I giudici della Disciplinare non hanno sposato neanche la ricostruzione fatta per Agostinelli e Dei, entrambi accusati di illecito sportivo. Palazzi aveva chiesto per loro tre anni, sono stati squalificati solo per un mese per comportamenti contrari ai principi di lealtà e correttezza sportiva. Nono è poco…

FONTE Corriere dello Sport

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