Napoli, per lo scudetto sei ancora in gioco

È stata una partita bella e di sofferenza, cominciata con l’immancabile errore: Guarin è sbucato dopo otto minuti nei pressi del palo di De Sanctis, senza che i difensori si accorgessero della sua presenza, e ha segnato al primo pallone scaraventato dai nerazzurri in area. La reazione è stata decisa, da squadra che ha raggiunto un alto livello di maturità, in particolare quella del più giovane del gruppo: Insigne, brillante in tutte le giocate, assolutamente a proprio agio su uno dei palcoscenici calcistici più prestigiosi al mondo. Meno esaltante la prova di Hamsik, anche perché a lungo ha giocato in posizione arretrata: era affaticato ed è uscito per crampi.Cavani è stato Cavani: il suo gol stagionale numero 19 all’inizio della ripresa ha tenuto aperto il confronto, anche alla luce della correzione apportata da Mazzarri, che ha risistemato la linea difensiva per inserire Pandev e fare così aumentare la forza d’urto della squadra, che ha giocato con ordine e personalità per tentare di conquistare il punto. I nerazzurri sono stati chiusi nella trequarti, le azioni create sono state numerose ed esaltanti: Handanovic ha rischiato tanto ma non è bastato. Fa male tornare a casa con i complimenti e senza punti. Ma è arrivata la conferma che il Napoli è d’alto livello e ha tutto per restare ai vertici, a giocarsi lo scudetto. 

Da Milano a Roma, dalla sfida con l’Inter a quella con il procuratore della Federcalcio, il magistrato napoletano Stefano Palazzi, che ha istruito il processo dinnanzi alla Disciplinare per il Napoli (responsabilità oggettiva) e per Cannavaro e Grava (omessa denuncia) a causa del maldestro tentativo di combine di Gianello prima della partita con la Samp del 16 maggio 2010. Il club, che rischia una sanzione in punti o in denaro, non chiederà il patteggiamento: scelta legittima, il dibattimento deve dimostrare l’assoluta estraneità di fronte ai comportamenti di un tesserato emarginato e fuori di testa (Gianello) e di altri due (Cannavaro e Grava) che presero quella «richiesta» alla leggera e non denunciarono il compagno, ammesso che durante il processo sia confermato quanto emerso nelle inchieste della Procura della Repubblica e della Procura della Federcalcio. Per quell’errore il capitano e l’altro difensore potrebbero pagare con una squalifica.La responsabilità oggettiva, quella per cui il Napoli rischia una sanzione, viene definita caposaldo della giustizia sportiva, ma non solo è dannosa: è anche superata dagli eventi perché l’Uefa e importanti federazioni lavorano ad un progetto di autocertificazione dei club sui controlli nei confronti di tesserati, appunto per evitare che un club già danneggiato da calciatori “infedeli” subisca anche la beffa di una condanna. Se vi saranno logica e buonsenso al posto dell’ottusa applicazione di obsoleti regolamenti, il Napoli dovrà essere assolto.

Fonte: Francesco De Luca per “Il Mattino”

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