Dio gioca a calcio, e gioca nel Napoli

Non ci crederete, ma Dio indossa scarpini chiodati, calzettoni e adesivi scaldamuscoli.
Non ha barba né può fare a meno di allenarsi, gli schemi è costretto a digerirli, la fatica la sente. Anche Lui guarda il cielo quando vuole ringraziare non si sa chi, anche lui cade e scivola sull’erba, proprio come tutti noi, e anche lui è napoletano.
Dio gioca nel Napoli, e gioca in attacco. Dove poteva giocare chi è abituato a punire e castigare? Chi regala speranze e luccichìo d’estasi? Ma non confondete, non voglio esser blasfemo e invitare Dio a scendere sul fresco S.Paolo, il Dio di cui parlo è quello personale che fiorisce nel cuore del nostro Cavani.

Senza Dio Cavani non sarebbe quello che è. E’ la certezza del suo assenso che rende Cavani sicuro e fiero; E’ la preghiera al suo Dio che terrorizza gli avversari, come un indio in contatto con una divinità irata e potente.
Un gol sbagliato o una partita andata male non può atterrirlo, il tempo di Cavani si misura sull’eternità.

Certo avere Dio dalla nostra parte non è un dettaglio da tralasciare. Senza saperlo, anche Domenica, con il Pescara, ci farà visita, e sarà seduto con noi e insieme nel cuore di Cavani. Con una tale garanzia, con i favori del cielo, possiamo ben lasciarci andare a un sorriso e a un presagio.

Carlo Lettera
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