Vargas, ultime chance per convincere il Napoli

Edu Vargas, arrivato a Napoli per una cifra impegnativa sembra non aver mai convinto la società, il pubblico e Mazzarri. Dopo le ultime due mezze comparse, Stoccolma e Cagliari, il cileno sembra in ripresa e come analizza oggi il CdS, forse la questione più che fisica o tecnica è soprattutto psicologica “Giocateci voi con un sacco di dodici milioni di euro (reali, mica virtuali) sulle spalle e quel fisico – leggero – che deve sopportarli ad ogni scatto, ad ogni dribbling, in qualsiasi circostanza: è un fardello troppo grosso per chi ha ventitrè anni e deve scoprire un nuovo mondo ed un altro calcio.”

“Dodici milioni di euro che trasformano l’estasi in tormento e che fanno di Edu Vargas da pallone d’argento del Sud America un (s)oggetto misterioso persino indecifrabile.” Queste le impressioni e le idee che da mesi attraverso i pensieri di un pò tutto il popolo partenopeo.

Come detto Vargas messo oramai sulla graticola da tutti, e sul mercato dalla società si risveglia ora, nella speranza che non si troppo tardi “Poi è arrivato il momento della verità, la resa dei conti o, semplicemente, il profumo del mercato: dentro o fuori, insomma, perché poi nel calcio servono risposte immediate e un anno (quasi) sa di eternità. Sarà un caso – e forse non lo è – ma Edu Vargas si sveglia a Stoccolma, s’accende in quel gelo, complice anche la struttura tecnica alle spalle, non più quella del Napoli-2 che sa di occasionale, ma una squadra più razionale; e poi anche grazie alla presenza rassicurante al fianco di Edinson Cavani, il bomber, la luce da seguire.  Vargas dimostra di avere i connotati di un attaccante moderno, va a fare il pressing, si concede al palleggio: non intravede la porta avversaria, ma una via d’uscita. E Cagliari, che sembra una bocciatura, è già all’orizzonte.”
Mancano pochi turni alla fine del 2012 e all’inizio del calciomercato invernale, quello che potrebbe portare Vargas via da Napoli proprio come lo aveva condotto all’ombra del Vesuvio, ma dopo le ultime due gare si è vista una reazione e che “l’uomo c’è, evidentemente: perché un altro, in presenza dell’ennesima panchina proprio nella sera in cui mancano Cavani e Pandev, con il tecnico che preferisce modificare il modulo, affidarsi ad una sola punta (Insigne), potrebbe abbattersi definitivamente. Invece a Vargas viene anche detto di essere sveglio, di farsi trovare pronto, perché lo sviluppo della gara finirà per richiederne brillantezza a presa rapida: il cileno al 23′ della ripresa è in campo, al 25′ è ad un niente dal gol, con Pisano che salva sulla linea a portiere battuto, al 28′ dà origine all’azione del gol e al 46′ si imbatte in Agazzi, dopo ripartenza fulminante con Hamsik. E’ uno squillo al Napoli per dire: «Ci sono» . Una mezza dozzina di sfumature d’azzurro che servono per ricaricare l’umore e rimettere in discussione il destino.
In tanti mesi le uniche realizzazione del cileno erano arrivate in una gara, una notte da sogno ma troppo sola, quella con l’Aik Solna “i tre gol All’Aik, nella gara inauguarale della Europa League, ricominciano a brillare, guadagnano spessore, anche perché intanto gli svedesi hanno battuto il Psv e pareggiato con il Dnipro, dunque sostenendo di essere meno inconsistente di quanto si poteva desumere: e pure questo aiuta.  Ma, soprattutto, a dar consistenza alle ultime due sortite, contribuisce la concretezza e l’organizzazione d’un Napoli che, in precedenza, è stato troppo fragile per riuscire a facilitare il processo di crescita d’un ragazzo alle prese con problemi di lingua e dunque di apprendimento d’un calcio lontanissimo da quello frequentato in gioventù.”
A questo punto l’opinione potrebbe ancora cambiare e magari “ci sono altri alibi: Vargas arriva al san Paolo, trova una squadra che va, che lotta per lo scudetto, che fa bene in Champions; ha davanti a sé Cavani e Lavezzi, due fuoriclasse, e gli restano dieci presenze in campionato che equivalgono però a 109 minuti; due in coppa Italia e una in Champions, chiaramente dalla panchina. Entra a partite chiuse o disperate e in certe circostanze la fiducia s’inabissa.  Quest’anno siamo ad otto presenze in campionato (e però minutaggio sempre relativo: 401 primi), cinque gare in Europa League (ma almeno con una tripletta) e adesso due gare che hanno restituito il sorriso – grazie pure a Cavani che gli ha tenuto su il morale e lo ha invitato ad insistere – e spinto (il) Napoli ad attendere prima del giudizio finale. Perché vuoi vedere ch’era tutto sbagliato ciò che si era intravisto?”
Fonte: Corriere dello Sport

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