Maggio e quell’inchino che manca ai tifosi

In un atipico lunedì calcistico, che sazia anche i più “ingordi di pallone”, il Napoli è riuscito ad espugnare l’arena cagliaritana grazie ad una prodezza di Hamsik. La prestazione dello slovacco è stata impeccabile. Perfetto nel gestire la palla, con aperture propizie per le ripartenze, ma soprattutto lucido e freddo sotto porta.Riscattando così tutte le nitide occasioni da goal sprecate nelle partite precedenti, che avrebbero potuto cambiare l’esito finale dei match, tramutando in gioia l’amerezza di pareggi beffardi.

Chi, invece si è reso, ancora, protagonista di una prestazione alquanto mediocre è stato Christian Maggio.

Il principe dall’elagante inchino, vive un periodo di flessione atletica, alquanto preoccupante per un velocista come lui.

Smarrito,ormai, tra i meandri di un lieto ricordo, quel giocatore instancabile, veloce nelle ripartenze, che riusciva a correre per 40-60 metri con la palla al piede indisturbato, perchè il suo incredibile sprint sfuggiva anche alla più attenta marcatura. Insomma, l’arma segreta per i contropiedi del Napoli. Per non parlare poi dei sui scattanti inserimenti, dai quali si materializzavano dei goal a volte davvero spettacolari, e i suoi cross-assist , parabole matematiche che cadevano alla perfezione sulla testa o sul piede del marcatore azzurro di turno.

Adesso no resta che un giocatore spento, distratto e demotivato. Visibilmente lento e poco reattivo. Non segue l’azione costruita dalla squadra, sbagliando spesso posizione, e lasciando scorrere fuori dal rettangolo di gioco palloni potenzialmente tramutabili in ottime occasioni da goal. Costretto ad intervenire in maniera scorretta sugli avversari, per sopperire alla sue consuete disattenzioni, dettate dal suo gioco lento e macchinoso. Inutile commentare i suoi cross, che hanno perso la loro gittata iniziale, snaturandosi in lanci dritti, alti appena un metro da terra, che mettono in pericolo, solo l’incolumità fisica dell’avversario, che rischia di baccarsi in pieno volto una forte pallonata.

Inoltre in queste ultime partite sono riaffiorati limiti tecnici del laterale napoletano, che probabilmente la celerità delle sue azioni, peculiarità tattica che l’ha sempre contraddistinto, è riuscita a mascherare negli anni. Ma che adesso, in concomitanza con una precaria forma fisica, ma soprattutto mentale, balzano davanti gli occhi di tutti con estrema prepotenza.

  Superbike, purtroppo, ha le ruote sgonfie. E non riesce a trovare la giusta “carica”, le giuste motivazioni per ritornare il Maggio di sempre. Quell’attacante in più che riusciva a sbloccare l’inerzia di alcune partite, con un suo imprevedibile goal.

Possono capitare per i calciatori,  periodi, più o meno lunghi di “sottotono”, dovuti sia a un fisico che accusa stanchezza per i tanti chilometri macinati nel rettangolo verde, e sia per una “forma mentis” non delle migliori, provata da un calo di fiducia, accentuato dalla consapevolezza di prestazioni poco convincenti.

E’ importante per se stesso e per la squadra, che Maggio esca da questo “tunnel buio” e ritrovi la luce.

Perchè diciamoci la verità quell’inchino sotto la curva manca a tutti.

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Alina De Stefano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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