Dov’è finita l’impenetrabile difesa azzurra?

C’era una volta una difesa di ferro. La migliore del campionato, per la precisione. Anzi, a onor del vero la migliore d’Europa, dei campionati più prestigiosi del continente e a parità di giornate disputate, dopo quella del Bayern Monaco: 3 gol incassati in 7 partite, uno meno dei vice campioni d’Europa dopo altrettante giornate di Bundesliga. E poi? Beh, poi vennero il 20 ottobre e lo scontro diretto con la Juve, e una serie di partite meno brillanti. Con un totale di 8 reti subite in cinque giornate di campionato più 5 in due gare di Europa League con il Dnipro. C’era una volta la difesa di ferro, appunto. Non sembra proprio ci sia più. Almeno per il momento.

EX IMPERMEABILE – E allora, radiografia di un problema. Un problema che, dopo la sconfitta nel testa a testa tra le prime in classifica vinto dalla Juve, con conseguente perdita del trono e dell’imbattibilità per gli azzurri, è diventato gradualmente più pressante. Sì, perché prima della trasferta allo Juventus Stadium, il Napoli era forte di un’organizzazione difensiva complessiva che partiva dalla linea difensiva e dal portiere, proseguiva con il centrocampo e culminava con gli attaccanti. Undici uomini dediti alla recitazione a soggetto, e a memoria, di una parte che produceva situazioni brillanti. Sia chiaro: gli azzurri vantano comunque la terza difesa del campionato con 11 gol al passivo, uno più di Fiorentina e Torino e due più della Juventus, ma in cinque giornate hanno subito quasi il triplo delle reti incassate nelle prime sette. Otto rispetto a tre. Un impermeabile un po’ sdrucito.

NAUFRAGI DI COPPA – Peggio ancora è andata in Europa League, dove al posto dei cosiddetti titolarissimi, Mazzarri ha puntualmente – e per scelta ponderata – schierato le riserve. Decisamente non all’altezza degli uomini prescelti per il campionato: dal 20 ottobre, che finora ha rappresentato lo spartiacque della prima fase della stagione, il Napoli ha beccato 3 gol nella sfida in trasferta con il Dnipro, e altri 2 nella replica al San Paolo con gli ucraini stessi. Senza contare il terno secco del Psv ad Eindhoven del 4 ottobre.

LE CAUSE – Calcoli alla mano, insomma, dalla sconfitta con la Juve, gli azzurri hanno incassato 13 gol tra campionato e coppa. Le cause? Diverse. In campionato: qualche errore individuale di troppo; il morbo del calo di concentrazione di squadra, che ormai colpisce il gruppo abbastanza regolarmente; il momento atletico poco brillante di alcuni elementi chiave, per i meccanismi; un pizzico di sfortuna, che a onore del vero non manca. Il tutto, nonostante un De Sanctis impeccabile. Differente, e assolutamente a sé stante, l’analisi da dedicare all’Europa League: incertezza totale a partire da Rosati, probabilmente penalizzato dalla ruggine, dovuta all’eccessiva differenza di valore di gran parte delle riserve e dei ricambi messi a disposizione di Mazzarri.

I CORRETTIVI – Come fare per invertire la tendenza, allora? Beh in coppa c’è poco da pensare, come ha anche dimostrato la partita di ritorno con il Dnipro; per quel che riguarda il campionato, invece, la questione è probabilmente più mentale che altro. Nel senso che, una volta ritrovata la giusta concentrazione, e smaltito definitivamente l’effetto-Juve, il Napoli potrà riprendere a viaggiare a vele spiegate. Certo, sarebbe il caso che l’inversione di tendenza arrivasse presto. Sin da lunedì a Cagliari, magari.

Fonte: Il Corriere dello Sport

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Dov'è finita l'impenetrabile difesa azzurra?

Impostazioni privacy