Europa League, che destino infame!

L’ Europa League è da tempo, forse troppo, considerata una competizione,  extra-campionato, “da serie B“, per utilizzare termini prettamente calcistici e per rendere maggiormente l’idea.

Eppure ha tutti i numeri e le caratteristiche, che basterebbero a rigettare questa inesatta e infangante “fama”.

Infatti, come tutte le competizioni calcistiche che si rispettano, assegna alla squadra vincitrice  una Coppa, che non avrà le grandi orecchie di quella della Champions, ma è pur sempre un premio che dona “qualità” e prestigio alla bacheca-ricordi della squadra detentrice. Inoltre è una buona vetrina europea, che da la possibilità a giocatori ed allenatori di estrinsecare il loro calcio su campi lontani da quelli del nostro “stivale”, proponendo impostazioni tattiche e costruzioni di gioco diverse, che al tempo stesso possono ritornare utili, in quanto è possibile “rubare” da ambo le parti, degli accorgimenti tattici, con i quali poter migliore la resa in campo della propria squadra. Per non parlare della “ricompensa pecuniaria” di circa 10 milioni, che andrebbe a riempire le casse della squadra che alzerà il trofeo.

Insomma non ci sarebbe  niente da invidiare alla prestigiosa Champions League, se non una ricompensa in denaro decisamente maggiore, e  la presenza di squadre, qualitativamente migliori,in quanto la partecipazione è riservata alle formazioni che concludono il campionato nelle posizioni più alte della classifica.

Quindi il Napoli, ha il dovere di onorare questa competizione, cercando con ottime prestazione e a suon di gol, di continuare questo cammino “internazionale”, sia per accrescere la notorietà di una grande squadra come quella partenopea, ma soprattutto perchè la formazione azzurra ha le giuste qualità per potersi imporsi, sognando di arrivare fino alla fine di questo percorso.

Alina De Stefano

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