Il Fondo di Italo Cucci – È la vittoria dei fenomeni

Ecco il Napoli vero, cocktail di classe, forza e generosità; ecco il Napoli che si concede pause razionali solo dopo avere raggiunto l’obiettivo sparando tutte le sue munizioni; ecco il Napoli che non s’allarma per l’allucinante sicurezza dei rivali juventini, capaci di cogliere successi anche nei momenti più difficili, come ieri sul campo di un Siena appena generoso che si lancia alla carica scriteriatamente anche quando potrebbe godersi un punto prezioso. Ecco il Napoli che Mazzarri ogni tanto cerca di nascondere finché non esplode in tutta la sua potenza che gli permette di esprimere calcio superbo nella stagione della depressione collettiva. Alla faccia di chi esalta paradisi stranieri e sogna emirati e satrapie pallonare, abbiamo vissuto una serata di calcio eccellente che dovrebbe indurre a fieri ripensamenti anche Cesare Prandelli, capofila degli esterofili, non so se sorpreso o disturbato dai grandi duelli Milan-Inter e Napoli- Udinese, esemplari per contenuto tecnico e agonistico. È vero che la Nazionale si appresta a spezzare le reni all’Armenia e può dunque tentare l’ennesima formazione “di studio”, ma quel che preoccupa non è tanto la scelta degli uomini – i migliori delle quattro formazioni sono purtroppo stranieri – bensì il modulo ispanico, quando anche iersera s’è ammirato il trionfo del contropiede. Mentre a San Siro la grande quantità e la discreta qualità del gioco hanno prodotto solo il gol assassino di Samuel, piombato come un falco su un pallone conteso fra dieci uomini nell’area di Abbiati, alte espressioni agonistiche della Nuova Inter oggi meritatamente terza e vampate d’orgoglio rossonero, al San Paolo s’è registrato un focoso botta-e-risposta con almeno una dozzina di tiri a rete, tre dei quali son diventati gol non per difetti difensivi ma per intensa potenza offensiva: l’Udinese ha portato vorticosamente davanti a De Sanctis attaccanti e centrocampisti, Di Natale, Allan, Pasquale, Maicosuel e il Pinzi goleador, il Napoli s’è affidato ai suoi onorevoli gregari ispirati dai campioni che possiede in esclusiva, segnatamente un Hamsik in giornata magica e un Cavani mostro d’umiltà, generoso davanti e al centro del campo, suggeritore delle azioni più felici, gol compresi: un colpo di tacco per Hamsik-gol via Maggio, un suggerimento vincente per Pandevgol via Hamsik. Questa è la vera forza del Napoli, ricco di autentici fenomeni assenti altrove, anche nella potentissima formazione scudettata. I cambi effettuati nella ripresa – soprattutto Insigne per Pandev – hanno dimostrato che una formazione attendibile poteva essere schierata anche a Eindhoven per assicurarsi un passo avanti in Europa e comunque evitare una figuraccia. La lezione del Napoli-del-coraggio visto all’opera iersera servirà a qualcosa? Nel frattempo, rappresenta una minaccia autentica per la Juve, più di quanto non si possa dire delle milanesi, prese soprattutto dalla rivalità cittadina, o della Roma che ha esibito non tanto le magìe di Zeman il Terribile ma la maestria di Totti, tecnica sopraffina al servizio della squadra, senza alcun narcisisimo. Peccato aver perduto Del Piero: in questo calcio giustamente proiettato verso il futuro, quindi intento a cogliere nuovi talenti come El Shaarawy e Insigne, i “vecchietti” hanno ancora molto da dire, sicuramente ne ha facoltà il Senatore a vita della Roma, sempre più grande nella capitale del nulla. Un elogio a parte merita Guidolin: per un’ora ha fatto vedere al San Paolo la nuova signora di Liverpool che ha lasciato il segno bianconero all’Anfield pur potendo disporre solo di futuribili talenti accanto al Gran Totò che solo a Napoli non riesce ad esprimersi secondo qualità. Per fortuna le opinioni meditate (e competenti) come le chiacchiere appassionate (e faziose) sono a breve termine: alla ripresa dopo la parentesi azzurra Juventus e Napolisi affronteranno per un provvisorio test tricolore. E intanto c’è chi invoca o Francia o Spagna. Pur che se magna.

Fonte: Il Roma

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