Napoli, un pareggio che va apprezzato. Cinque punte e nessun tiro in porta. Inler dove sei? Insigne e la “Sindome di Lavezzi”

Per una buona parte di tifoseria e di critica giornalistica, lo 0-0 di Catania è stato visto come la perdita di due punti che, adesso, avrebbero voluto dire la testa della classifica, in condivisione con la Juventus. Invece, questo pareggio, ed il conseguente punto che ne è derivato, deve essere visto come tanto di guadagnato, considerata la prova opaca degli azzurri, sicuramente alla peggiore performance di quest’inizio di stagione.

Nonostante la superiorità numerica maturata dopo nemmeno due giri di orologio, mai infatti gli azzurri hanno dato la sensazione di poter scardinare il collaudatissimo impianto difensivo del Catania, e paradossalmente viene da pensare che il Napoli avrebbe avuto molte più chance di vittoria se la partita fosse continuata in regime di parità numerica.
Si, perchè lo schema offensivo predisposto da Maran prima del fischio d’inizio, ha dovuto giocoforza subire pesanti cambiamenti dopo il rosso ad Alvarez, trasformandosi da un 4-3-3 a forte trazione anteriore, ad un 4-4-1 molto corto e ben organizzato, nel quale il Napoli ha trovato enormi difficoltà per trovare spazio.

Spazio che, alla fine, non sono stati trovati nonostante, a lungo andare, Mazzarri abbia ricorso a tutto il potenziale offensivo di cui disponeva. Per buona parte della ripresa, infatti, il Napoli presentava in campo, simultaneamente, Cavani, Pandev, Vargas, Insigne ed Hamsik, in uno schema (un presunto 4-2-4) che però non ha mai visto i partenopei impegnare Andujar in modo pericoloso.

Grossi demeriti vanno sicuramente imputati alla squadra di Mazzarri, incapace di sferrare l’acuto vincente con nessuno delle sue “bocche di fuoco”, ma non dimentichiamo il valore del Catania, una squadra che tra le sue fila può avvalersi di giocatori di grande esperienza come Spolli e Legrottaglie, che hanno guidato benissimo la difesa, senza soffrire più di tanto le scorribande partenopee, e anche del talento di altri elementi come Lodi e soprattutto Gomez che, nel finale, ha rischiato seriamente di fare il colpaccio, prima costringendo al grande intervento De Sanctis, e poi colpendo il palo.

Certo, il Napoli non avrebbe meritato di vincere, se così fosse stato, ma nemmeno di perdere; Gomez a parte e con una squadra notevolmente propensa all’attacco, il Napoli ha sempre tenuto il pallino del gioco, esercitando un forcing che andava però a sbattere sistematicamente contro la muraglia etnea. Inevitabilmente poi, le energie sono venute a mancare col passare dei minuti ed era lecito aspettarsi qualche controffensiva dei rossocelesti.

Il Napoli è venuto a mancare nell’organizzazione di gioco e in alcune importanti individualità, una su tutte Gokhan Inler. Il primo (ed unico) tempo dello svizzero è stato disastroso. Imbolsito, impaurito, insicuro dei propri mezzi, incapace di dettare i ritmi della manovra ed autore di passaggi sbagliati in maniera scolastica. Inler non solo è lontanissimo parente dell’eccellente centrocampista ammirato ad Udine, ma anche lontano dal sufficiente rendimento avuto a Napoli lo scorso anno. Il ragazzo è un talento, nonchè un forte investimento da parte della società, e sarà una delle urgenze primarie di Mazzarri ritrovare il ragazzo e riportarlo agli antichi fasti. Per il bene del Napoli e di Inler stesso.

Non solo Inler, ma anche il reparto offensivo non ha reso secondo aspettativa. Cavani non sta attraversando un florido periodo di forma. Una prima avvisaglia si ebbe con il Parma, quando El Matador sbagliò tre occasioni che in tempi migliori avrebbe chiuso nel migliore dei modi. Ieri, a parte due sassate da fuori area (per inciso, le migliori occasioni del Napoli) , il numero 7 azzurro non è mai riuscito a liberarsi in area di rigore, mai supportato a dovere da Hamsik e Pandev, nemmeno loro in grande grandissima giornata, anzi.

Il macedone ha faticato a trovare posizione tra le strette linee dei catanesi, e mai ha potuto innescare la sua grande inventiva. Idem per lo slovacco, male da trequartista nel primo tempo, ancora peggio nella ripresa nelle vesti di play-maker puro.
Poteva essere una grande occasione per Vargas ed Insigne per conquistare punti in graduatoria, ma ne l’uno ne l’altro hanno saputo apportare il salto di qualità. Il cileno si è visto in qualche frangente, ed è già un passo in avanti riuscire a conquistare spazi in uno schema, che poi schema non è stato.

Insigne merita un discorso a parte. Si legge e si narra che il talento di Frattamaggiore sia stato il migliore in campo per il Napoli. Nulla di più falso. Lorenzo ha provato qualche giocata, ha regalato qualche spunto in velocità ma spesso eccede in giocate e personalismi che poco o nulla giovano alla squadra. Fermo restando che stiamo parlando di un ragazzo dal potenziale enorme, ma che va sgrezzato, non facciamolo ammalare della “Sindome di Lavezzi”, ossia l’idolatria ossessiva verso il giocatore e qualsiasi cosa egli faccia. Ieri Insigne non ha giocato bene, e da un calciatore di sicura potenzialità è assolutamente lecito chiedere di più; indubbiamente, la mancanza di esperienza e la voglia di strafare non hanno giovato al ragazzo, ma ciò non deve rappresentare una bocciatura, ma solo come spunto per poter migliorare in futuro, magari già contro la Lazio.

Infatti, il calendario fittissimo degli azzurri segna già come prossimo la partita in casa contro la Lazio, una squadra ostica che al San Paolo ha sempre creato enormi difficoltà. Parliamo, inoltre, di una rivale molto accreditata per un accesso in Champions League, vero obiettivo stagionale del Napoli. Sbaglia, infatti, chi dice di un Napoli orientato a puntare allo Scudetto; gli azzurri sono una squadra bene assemblata ma alla quale manca ancora qualcosa per poter competere costantemente per il tricolore.
Naturalmente, la pesante mediocrità di questo campionato e il grande momento di difficoltà che stanno attraversando le cosiddette “grandi” come Milan, Inter e Roma, autorizzano a sperare a qualcosa di più di un ingresso in Champions.
Guai, però, a volare troppo alto. Basta poco per cadere giù e farsi davvero male. La stagione è appena iniziata ed è azzardato e rischioso su quali siano le potenzialità di questa squadra. Per il momento godiamoci questa seconda posizione in solitaria, alle spalle della Juventus, che male davvero non è.

 

 

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