L’isola felice per napoletani genuini e “acquisiti”

Avranno addosso la casacca sbagliata? Chissà se non sorgerà qualche dubbio domenica al San Paolo vedendo sfilare tanti ex calciatori azzurri nelle file del Parma. Qualcuno spedito in Emilia come fosse un pacco bomba, altri sicuramente rimpianti. Poi ci sono i figli di Napoli, una colonia presente un po’ in tutte la serie A. Molti non hanno mai giocato con la squadra della loro città, anzi. C’è chi l’ha punita e se ne vanta con un’invidiabile freddezza.

L’ultimo a lasciare il lungomare Caracciolo è stato l’oggetto misterioso Ignacio Fideleff. Riccioluto dal viso curioso, ha avuto il peggior impatto possibile con la maglia azzurra nella passata stagione: alla prima da titolare a Verona contro il Chievo un suo svarione risulta decisivo. Purtroppo non è mai riuscito a risollevare le sue quotazioni da quella serata storta. Marchiato a fuoco da Mazzarri, non rientrava più nei piani societari. Il Parma ha intravisto in lui doti gelosamente nascoste. Prestito con diritto di riscatto, l’argentino è pronto a questa nuova esperienza.

Molti più mugugni ha scatenato l’abbandono di Fabiano Santacroce. Il centrale, nella stagione 2008/2009, aveva dimostrato qualità immense in marcatura e negli anticipi. Tartassato dagli infortuni è rimasto fermo ai box per oltre un anno. Al ritorno in campo non è purtroppo riuscito a ricalcare le sue stesse orme. E’ ripartito da una realtà minore e vuole a tutti i costi conquistarsi un posto da titolare.

Poi c’è Amauri, una storia da libro cuore. A Napoli l’approccio con il campionato italiano, sei gol ma la delusione della retrocessione in serie B. A Napoli l’amore, perchè ha conosciuto la sua attuale moglie Cinthia. A Napoli, anche per una sorta di ricongiunzione dei destini, vorrebbe rimettere piede da protagonista ma finora non c’è stata la possibilità. Intanto domenica partirà dalla panchina a causa delle noie muscolari. Un dispiacere l’ha già riservato agli azzurri quando è venuto al San Paolo con la Juventus.

E sulla panchina crociata c’è l’ultimo tassello del crocevia Campania-Emilia: Roberto Donadoni. Un’esperienza sfortunata nel club partenopeo, sette punti in sette partite determinarono il suo esonero e l’ascesa di Mazzarri. L’ambiente non era certo consono ad un tipo pacato come lui, ma fu sollevato dall’incarico forse anche in maniera troppo frettolosa. A Parma ha trovato la sua dimensione e i risultati sono dalla sua parte. La sete di vendetta potrebbe disidratarlo.

Infine c’è l’oro di Napoli.  Quello che luccica lontano dal Vesuvio. Raffaele Palladino da Mugnano ha indiscusse capacità tecniche ma anche un fisico argilloso. Ex Juve, Salernitana e Genoa, vuole riprovare l’ebbrezza dell’esultanza dopo un gol alle sue origini, come già fece al Tardini nel 2011. Insomma, un modo originale per farsi apprezzare dai suoi concittadini. Antonio Mirante, stabiese, non si è mai riavvicinato alla sua patria. Ma neii gialloblù è sicuramente tra le pedine fondamentali. La solita fucina di talenti, ma di Insigne e Cannavaro non ne nascono tutti i giorni.

 

 

 

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