Zola e le analogie con Insigne: “Ma io ho avuto Maradona come riferimento, lui….”

Ancora una volta Gianfranco Zola. L’attuale tecnico del Watford, club satellite della famiglia Pozzo, militante nella First Division inglese, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Il Mattino pubblicata sulle pagine odierne. Il funambolico tamburino sardo, per gli inglesi semplicemente “Magic Box” ha cominciato da poco questa nuova esperienza professionale che lo vede cooperare con la famiglai proprietaria dell’Udinese, solida realtà del calcio italiano, ultimamente una delle poco note liete del panorama calcistico italiano. L’esperienza dell’ex numero dieci sardo è utile per comprendere alcuni spunti interessanti sulla squadra partenopea, indicata da tutti come una delle possibili candidate a coesistere con lo strapotere delle tre sorelle, Juve, Milan e Inter, di pari passo con le ambizioni della Roma. Eccolo rispondere ad alcune delle domande relative alla squadra azzurra:

Prandelli e molti tecnici hanno aperto ai giovani: Mazzarri ha dato fiducia ad Insigne.
«L’ho visto giocare a Pescara nello scorso campionato. Mi è piaciuto tantissimo, gli auguro di avere a Napoli l’opportunità per giocare e crescere».

Fatte le debite proporzioni, le vostre vicende sembrano analoghe: Zola sostituì Maradona, Insigne ha preso il posto di Lavezzi.
«Se vi fosse stato Lavezzi, sarebbe stato meglio per Insigne: avrebbe avuto un punto di riferimento, come lo fu Diego per me. È un compito che assolveranno altri due grandi attaccanti, Cavani e Pandev. Cavani sta confermando di essere uno degli attaccanti migliori al mondo, Pandev ha esperienza da vendere».

Cosa differenzia Insigne da Zola?
«Nel Napoli giocavo da mezzapunta o rifinitore, io ho visto Insigne fare l’esterno nel Pescara di Zeman. Ha le qualità per giocare da seconda punta in appoggio a Cavani: è rapido e ha un’ottima visione di gioco, oltre a spiccate qualità tecniche. D’altra parte, cambiare ruolo aiuta un calciatore. Quando arrivai io, nel Parma non era previsto il trequartista, ma c’erano i due attaccanti e per me fu l’occasione per maturare e compiere il salto di qualità».

Lei ha avuto l’onore e l’onere più grandi: sostituire Maradona. Quali consigli dà ad Insigne, nuova stella del Napoli?
«Gliene do uno: mantenere l’equilibrio. Napoli è una piazza che ti porta molto in alto se le cose vanno bene e questo potrebbe far perdere il senso della misura a un ragazzo di ventun anni. Mai perdere di vista la realtà, mai sentirsi arrivati. È importante restare tranquilli e concentrati, fare i passi giusti per dimostrare fino in fondo il proprio valore».

Zola e pochi altri hanno indossato la maglia numero 10 dopo l’addio di Diego: e se venisse consegnata ad Insigne, un figlio di Napoli e del Napoli?
«Io sono contrario alla pratica di ritirare la maglia appartenuta a un grande: un numero importante messo sulle spalle di un calciatore non è che un ulteriore stimolo per lui. In questo caso, parliamo del 10 di Maradona, il più grande di tutti: bisognerebbe ascoltare il suo parere, anzitutto. Insigne ha tanta strada davanti. Affronti con serenità ed entusiasmo questa affascinante esperienza. Se si dimostrerà degno della 10, penso che lo stesso Maradona sarebbe felice se quella maglia andasse a un giovane che sta facendo cose importanti nel Napoli. Sarebbe una storia bellissima».

Insigne e i suoi compagni possono portare il Napoli allo scudetto?
«C’è questa opportunità, la squadra può candidarsi al ruolo di anti Juve perché il Milan non si è rafforzato e l’Inter non mi sembra superiore rispetto allo scorso campionato. Può esserci spazio per squadre come Napoli o Roma».

Nella scorsa primavera è stato sul punto di guidare la Lazio al posto di Reja. Pensa più a una panchina italiana?
«Mi trovo molto bene in Inghilterra e l’idea è continuare qui. Ma nel nostro mestiere non ci sono certezze assolute e bisogna essere pronti a valutare le opportunità. Sono italiano, orgoglioso di esserlo, e il calcio italiano non sarà mai di secondo piano per me».

Sa che a giugno 2013 scade il contratto di Mazzarri?
«Sono stato benissimo a Napoli e voglio che l’allenatore della squadra ottenga importanti risultati, restando su quella panchina il più a lungo possibile. Il lavoro di Mazzarri è eccellente, come testimoniano i risultati, e gli auguro di fare a Napoli altre grandi stagioni».

Tra otto giorni riparte il campionato. Con la sua partita: c’è Napoli-Parma al San Paolo.
«Grazie al Napoli sono entrato nel grande calcio e grazie al Parma ho ottenuto il massimo da me stesso. Due città agli antipodi, nelle quali comunque mi sono sentito a mio agio. A Napoli ho costruito amicizie solide, come quella con l’avvocato Fulvio Marrucco. Ho avuto la possibilità di far parte di quei due club nei loro momenti migliori».

A rileggere la storia della Parmalat e di Tanzi, però..
«Quanto è stato scoperto nove anni fa è stata una sorpresa grande: nessuno si era reso conto di cosa accadeva nel Parma».

L’amarcord continua con alcune delle immagini più belle di Zola con la maglia del Napoli, con l’augurio che Lorenzo Insigne ne possa ripercorrere le orme: [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=UIcQwX3IZF0′]

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