Blerim ne ha fatta di strada. Ora il Napoli ha un titolarissimo in più…

La strategia di mercato del Napoli vagliata dal trio De Laurentiis-Bigon-Mazzarri non ha fatto impazzire di gioia i tifosi azzurri: in difesa non è arrivato il colpo da 90 che tutti si aspettavano (leggere alla voce “Ranocchia”…), a centrocampo il famoso top player è rimasto un sogno di mezza estate e in attacco non c’è in rosa nessun altra prima punta oltre Edinson Cavani. Analizzata in questo modo, la campagna acquisti partenopea non può che essere considerata insoddisfacente, ma in realtà è giusto analizzare la questione in modo meno affrettato e superficiale.

I SOLDI COSTANO-  E’ vero: proprio perché i soldi costano, è un peccato buttarli via. Che senso ha, si saranno chiesti il patron e il direttore sportivo, aver speso 8 milioni appena 12 mesi fa per Miguel Angel Britos  se poi non si è mai realmente testato in campo? Per quale motivo a Marco Donadel non deve essere concessa una reale possibilità di mettersi in mostra dopo un anno di calvario fisico? Perché bisogna comprare Armero e Floccari (tanto per fare due nomi) e declassare a panchinari Zuniga, Insigne e Vargas? Quindi, seguendo questo filo conduttore, la parola d’ordine in Casa Napoli è stata “(ri)valorizzazione”.

BLERIM, DA ZERO A… JOLLY-  Sono trascorsi solo 180 minuti dall’inizio del campionato, ma per il momento questa strategia di mercato (di basso profilo forse, ma molto intelligente e al passo con i tempi) sta dando i suoi frutti. L’ usato garantito non tradisce, anzi si fa sempre più apprezzare: Britos è stato promosso a titolare e contro il Palermo e la Fiorentina ha ricambiato la fiducia del suo allenatore destando un’ottima impressione. Considerato il fatto che l’uruguaiano aveva il compito di marcare prima Fabrizio Miccoli e poi Stevan Jovetic si può dire che se l’è cavata più che egragiamente. Ancora più evidente l’evoluzione di Blerim Dzemaili (in realtà già iniziata dal febbraio della passata stagione). I primi mesi napoletani del centrocampista svizzero furono da dimenticare: all’interno della linea mediana azzurra era praticamente un pesce fuor d’acqua, sembrava non possedere ne’ un barlume di tecnica per spingere ne’ la  forza fisica giusta per difendere. Insomma, una tragedia (tra l’altro, in città si era sparsa la voce che Mazzarri in sede di mercato avrebbe preferito lo stesso Dzemaili addirittura ad Arturo Vidal). Lentamente però il tecnico toscano è riuscito a valorizzare il nazionale elvetico che, una volta ritrovata la tranquillità prima e la fiducia dell’ambiente poi, si è scoperto essere un centrocampista molto duttile e utile: non solo mediano, ma anche mezz’ala alla Hamsik grazie a una buona tecnica e un gran tiro da fuori area (negli occhi della gente del San Paolo c’è ancora la sua prestazione maiuscola, proprio giocando al posto dello slovacco, contro l’Inter lo scorso 26 febbraio).

Oggi il Napoli dei Titolarissimi non esiste più. Mazzarri ha voluto due squadre di simile valore  con un doppione per ogni ruolo e l’ultimo acquisto, quello di Giandomenico Mesto, ne è la riprova: questo probabilmente è il modo migliore per dedicarsi al campionato senza tralasciare l’Europa League.

Con una buona prestazione e un gran goal contro la Fiorentina, anche Dzemaili ha dimostrato di potersi ritagliare uno spazio importantissimo all’interno delle gerarchie del Napoli e chissà che non riesca a togliere definitivamente il posto ad un suo connazionale “bello e addormentato”…

Marco Soffitto

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