Daniele Santonicola, capitano dell’Acciaroli calcio, racconta il sindaco Angelo Vassallo

5 settembre: data anonima per tanti che narra un giorno abulico e nostalgico, ancora troppo vicino al caldo e spensierato agosto per potersi conciliare con la routine lavorativa che scandisce la vita post-vacanze.

Questa data ha, invece, un sapore ed un valore assai diverso per Acciaroli ed i suoi abitanti, poiché racchiude e racconta il tragico avvenimento che ha irreversibilmente deturpato le loro coscienze, le loro anime, le loro vite.

Già, il 5 settembre di due anni fa, Angelo Vassallo, sindaco di Acciaroli, veniva barbaramente trucidato mentre ritornava a casa, con la sua auto, come ogni sera.Ma, quella sera, non era una sera come tutte le altre. Però, quella sera, è stata in grado di cambiare tutte le altre che l’hanno susseguita.

Di Angelo Vassallo è stato raccontato tutto: il suo passato da pescatore, utile a conferirgli il soprannome di “sindaco pescatore” e quindi la sua passione per il mare, l’amore per la natura, per il suo paese, per la sua terra, ma anche la lotta contro la criminalità e il suo operato nell’intransigente rispetto delle regole.

Quello che non tutti sanno, però, è che Angelo Vassallo amava anche lo sport, il calcio in particolare ed è stato anche merito suo se la sua Acciaroli oggi ha una squadra di calcio che la rappresenta.

Così, abbiamo chiesto proprio al capitano dell’Acciaroli calcio, Daniele Santonicola, di condividere con i lettori di Spazionapoli il suo ricordo di Angelo Vassallo.

“Erano 20 anni che mancava una squadra di calcio ad Acciaroli, quando è nata l’idea di allestire una squadra, Angelo Vassallo è stato il primo ad appoggiarla e ad attivarsi affinché potesse diventare una realtà concreta.

I ragazzi di Acciaroli che militavano in categorie superiori, pur di giocare nella squadra del loro paese, sono scesi in Seconda Categoria.

Così, nell’estate del 2007, è nata la nuova società A.S.D. ACCIAROLI CALCIO.

Il nostro campo era a Pollica e lui era sempre con noi, ci seguiva con affetto e partecipazione.

Il primo anno vincemmo il campionato, quindi c’era da festeggiare la promozione in Prima categoria e ricordo che, in occasione dell’ultima partita in casa, lui era dietro la porta pronto a fare invasione di campo per festeggiare insieme a noi.

L’anno successivo, dopo la presentazione della squadra ci fece una promessa: “Se vincete il campionato, vi faccio il campo nuovo, in erba sintetica”.

Dopo 4 mesi, mentre ci stavamo allenando, al campo giunge l’ordine di spostarci a San Mauro, poichè dovevano iniziare i lavori per la costruzione del campo nuovo…All’epoca, la squadra era terza o quarta in classifica, ma lui non aveva voluto aspettare la fine del campionato, aveva deciso di regalarci il campo nuovo, a prescindere dall’esito della stagione, ha voluto premiarci, perchè eravamo un bel gruppo ed avevamo coinvolto l’intero paese, tutti si erano appassionati e ci seguivano con affetto…E anche quell’anno, alla fine, abbiamo vinto il campionato…Quest’anno ci verrà consegnato il campo nuovo e, ovviamente, porterà il suo nome. L’inaugurazione sarà un evento importante, si vocifera che potrebbe avere luogo un triangolare con il Napoli e la Salernitana, il Calcio Napoli sembra che abbia dato da subito la sua disponibilità, ma è ancora tutto da decidere…

Angelo Vassallo era più un amico che un sindaco, ci seguiva con affetto, era sempre disponibile e pronto ad aiutarci a risolvere qualsiasi problema, non si perdeva mai una nostra partita, ci viveva molto…Dopo la sua scomparsa, siamo rimasti indietro con gli allenamenti, eravamo provati psicologicamente, scossi, turbati, demotivati, spiazzati, mancava qualcosa nella squadra, mancava qualcosa dentro di noi, nella nostra Acciaroli. Qualche squadra avversaria ha compreso il nostro momento e ci ha mostrato grande solidarietà chiedendo di rinviare le partite, ma credo che sia normale che, in queste circostanze, l’agonismo e la rivalità sportiva si annullino.

Ha condiviso le sorti della nostra squadra solo per 3 anni, sono 2 anni che manca, che ci manca…anche se il nuovo sindaco, Stefano Pisani, sta facendo le sue veci.

Da quando non c’è più, ho scelto il 22 come numero di maglia: il giorno della sua nascita. La fascia da capitano, che portavo al braccio prima, era di 3 colori, adesso è nera e all’interno è incisa la data della sua scomparsa. 

Era legatissimo a noi, nel rettangolo verde, così come nella vita. La forza per reagire ce l’ha data lui, stiamo andando avanti nel suo ricordo per portare avanti ciò che lui avrebbe voluto fare e che avrebbe voluto che noi facessimo.”

Non ho fatto domande al capitano Santonicola, ho ascoltato e raccolto la sua testimonianza nel rispettoso silenzio di chi si sente onorata a raccogliere un brandello di ricordo incastonato in una ferita che sanguina ancora. Infatti, l’aspetto che mi ha maggiormente colpita è che, durante il suo racconto, il capitano Santonicola non ha mai pronunciato parole come: “morte”, “assassinio”, “omicidio“, ma, quando faceva riferimento a quel tragico accaduto, ha sempre utilizzato la frase: “quando è successa quella cosa“.

Perchè la parola “morte” accostata ad un uomo così vivo nel cuore e nei ricordi di chi lo ha conosciuto, vissuto ed amato, appare un paradosso, un’eresia, risulta essere fortemente in distonia con il messaggio di cui il sindaco pescatore si fa tuttora portatore, nonchè della carica emotiva che il suo nome imprime negli occhi e quella velata amarezza mista a devozione incondizionata che il suo ricordo è capace di sviscerare dai cuori della sua gente, a distanza di due anni dalla sua scomparsa, ancora, perfino a dispetto della morte.

Attraverso il suo ricordo, riecheggiano i suoi ideali, i suoi principi, i suoi valori, quelli per i quali è vissuto, ha lottato e per i quali si è anche fatto uccidere.

Ci sono uomini che vivono in sordina per la totalità della loro esistenza, senza lasciare una traccia della loro stessa presenza su questa terra e poi ci sono gli Angelo Vassallo che anche da morti riescono a far rumore, perchè capaci di lasciare impronte indelebili in questa vita.

Angelo Vassallo vive e vivrà in eterno, attraverso i racconti della sua gente, dei vecchi pescatori di oggi, dei futuri padri di domani che vorranno crescere i loro figli nel suo ricordo.

Angelo Vassallo vive in ogni singola pietra della sua Acciaroli che, con composta ed orgogliosa dignità, noncurante degli avvoltoi che aleggiano lungo le sue limpide coste, pronti ad azzannarne le carcasse, ha saputo e voluto trovare la forza per rinsavire e guardare avanti, preservando quella sua naturale ed essenziale bellezza.

Angelo Vassallo vive anche dentro chi non lo ha mai conosciuto, ma che conduce la sua esistenza condividendo quegli stessi ideali nei quali lui fortemente credeva.

Angelo Vassallo vive nelle acque cristalline del suo mare, nella bianca, finissima e calda sabbia delle sue spiagge, nei vicoli minuziosamente curati della sua Acciaroli, nelle vecchie, ma mai stanche, reti dei suoi amici pescatori, nei sorrisi della sua gente che, nonostante tutto, ha ancora la voglia e la forza di sorridere, nell’agonismo dei ragazzi della sua squadra che hanno saputo tramutare la rabbia in voglia di vincere, nella fascia del capitano Santonicola che ha imparato a convivere con quel doloroso fardello piuttosto che rimanerne schiacciato, trascinandoselo dietro.

Oggi, 5 settembre, proprio oggi, è davvero il caso di dire che, nonostante “quella cosa” sia accaduta, Angelo Vassallo rappresenta un vibrante inno alla vita.

Luciana Esposito

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