Ecco come si ricomincia al San Paolo…

Siamo emozionati per la prima in casa. Ecco, si ricomincia.

Siamo entusiasti del risultato di Palermo, anche se non può essere definito un test indicativo, visti gli avversari. Eh sì. Si ricomincia. 

Siamo felici di ritrovare la famiglia di sempre. Di qualcuno ne indoviniamo già in anticipo il look: camicia bianca e Rayban agli occhi. Beh, si ricomincia.

Siamo arricchiti di nuove belle persone che sono accolte come se fossero lì da sempre.  Chi torna in curva B dopo qualche anno nei distinti, chi torna allo stadio da abbonato dopo 21 anni e qui l’emozione è anche più forte. Insomma, si ricomincia.

Siamo perplessi sul mercato. Dobbiamo avere qualche conferma da Behrami e Gamberini, dobbiamo avere qualche speranza per El Kaddouri, dobbiamo avere qualche goal da Vargas, dobbiamo avere uno sconto sull’abbonamento per Mesto. Ma tranquilli, si ricomincia.

Siamo amaramente ironici quando vediamo il campo. La spiaggia ormai non la vediamo da qualche settimana e un revival estivo ci farebbe pure piacere, se non fosse che su quella roba ci devono giocare i nostri campioni e non vorremmo mai che ci lasciassero qualche ginocchio. Non si è avuto il tempo di farla crescere quest’erba. Purtroppo, già si ricomincia. 

Siamo belli quando ci riabbracciamo dopo un’estate sparsi tra scampoli di vacanze, qualche visitina allo stadio per le amichevoli, qualche birretta inventata qui e lì pur di intravederci, tra fiocchi rigorosamente azzurri e biberon per qualcuno e chilometri fatti per lavoro per qualcun altro.  Finalmente, si ricomincia.

Siamo sorpresi nel riconoscere, salendo le scale, un tifoso emigrante a Prato conosciuto per poche fermate in metro a Londra in occasione del Chelsea e rivisto poi  per poche portate in un ristorante a Dimaro in ritiro. Lì  solo un assaggio. Qui, invece, sul serio, si ricomincia.

Siamo nostalgici nel ricordare la trasferta di Roma, venuta in mente perché finalmente qualcuno ci ha portato il cd con le foto e i video di quella magica giornata. Ma archiviamo la vecchia stagione, che si ricomincia.

Siamo sconfortati quando leggiamo che a Udine si concedono rigori e si espellono portieri con molta facilità. Sempre la stessa storia. Dovrei dire che si ricomincia, ma invece c’è chi non ha mai smesso.

Siamo persino tesi quando entrano i nostri in campo. Inler lascia il posto a Smaili. Qualcuno critica l’idea di Zuniga salvo ricordarsi che Dossena non può esserci, qualcun altro rimpiange Gargano al primo passaggio sbagliato di Berhami, qualcun altro invece gli inveisce contro accusandolo di restare troppo legato a chi ha preferito altri lidi. E con questo campo è proprio il caso di dirlo. Lo sapevo, si ricomincia!

Siamo preoccupati quando vediamo che la Fiorentina imposta il suo gioco e quando capiamo che Cuadrado fa un po’ quello che vuole e che Zuniga sta facendo il solco nella sabbia con le sue finte. Ci si guarda senza parlare.  Ci si aggrappa all’amico accanto quando ripartiamo in contropiede. Ci si cerca avidamente per un abbraccio, bacio o pacca sulla spalla quando finalmente entra nel secondo tempo il goal di Hamsik. O Borja Valero?! Non si sa. Sicuro il cross è di Insigne, come ci tiene a precisare almeno venti volte chi ci sta davanti. Ci si prende anche un po’ in giro quando qualcuno grida CAVANI al posto di HAMSIK perché, diciamocela tutta, la curva è la nostra casa, ma quando si segna dall’altro lato capiamo sempre poco. Con il primo goal, adesso si ricomincia.

Siamo più tranquilli quando Smaili infila il secondo. E ricordiamo a qualcuno che l’anno scorso per una stagione intera ci ha ricordato come Smaili fosse buono solo per lo Stabia. E siamo terrorizzati quando Jovetic accorcia le distanze. Lo spettro di Montella e del Catania cala su di noi. Ce lo ricordiamo tutti, ma facciamo finta di niente. Chiediamo solo insistentemente al tizio dietro: “Minuti e punteggio!”. E vi so solo dire che dal 31° al 49° il tempo non è passato più. Tensione e  ansia. Cavolo!Si ricomincia.

Siamo come al solito brillanti, un po’ come il cartellino giallo dell’arbitro che sembrava di paillettes per quanto luccicava. E siamo stati terrorizzati all’ingresso di Donadel  pensando al carico di male parole che sarebbe potuto piovere da qualcuna di noi. Ciascuno ha un pupillo su cui riversare tutta la propria stima. Anche così si ricomincia.

Torniamo a casa con i tre punti, primi con Juve e Lazio. Tre punti difficili con una Fiorentina che ha fatto un ottimo mercato, con buoni giocatori ma non  ancora squadra.  Tre punti che l’anno scorso con una Fiorentina leggermente più scarsa non riuscimmo ad ottenere e ce ne siamo ben ricordati a fine anno, quando sono mancati proprio due punti per la Champion’s. Torniamo a casa come al solito orgogliosi di essere lì, sempre e comunque.

Emozionati, entusiasti, felici, arricchiti, perplessi, amaramente ironici, belli, sorpresi, nostalgici, sconfortati, tesi, preoccupati, tranquilli, terrorizzati, brillanti. Ecco come si ricomincia al San Paolo.

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