Dopo 22 anni la storia si ripete. Quell’indimenticabile goleada al San Paolo che segnò l’inizio della fine

Parlando dell’imminente finale di Supercoppa tra Juventus v Napoli, il vortice dei ricordi non può non trasportare qualsiasi tifoso partenopeo, di media-lunga data, a quella fantastica serata di Agosto di 21 anni fa. Il trofeo era il medesimo, così come le contendenti pronte a giocarselo.

Le parti erano però, rispetto ad oggi, invertite; erano gli azzurri a fare la parte dei Campioni d’Italia in carica, mentre la Juventus aveva vinto la Coppa Italia, dopo aver battuto il Milan in finale. Da qui la scelta della sede dell’incontro, in casa dei Campioni d’Italia, una scelta che 21 anni fa non era, come oggi, fonte di accese quante inutili polemiche.
Il Napoli si accingeva all’ennesima stagione da protagonista, in Italia ed in Europa, guidata da Maradona, mentre la Juventus si tuffava in una nuova stagione, con un nuovo allenatore, Gigi Maifredi, in un nuovo stadio, il Delle Alpi, e trascinati dal fuoriclasse appena acquistato dalla Fiorentina a suon di miliardi, Roberto Baggio.

Sulla carta, due grandi squadre che avrebbero potuto e dovuto dettare legge in Italia, ma che per motivi vari dovettero etichettare la stagione come “fallimentare”. Ma almeno il Napoli ebbe la soddisfazione di alzare il primo trofeo stagionale, realizzando l’impresa nel modo più spettacolare possibile. Fu l’ultimo trofeo sollevato da Maradona con la maglia azzurra e l’inizio della parabola discendente del grande Napoli, che regalò l’ultima grande soddisfazione ai propri tifosi battendo, anzi umiliando, la nemica storica Juventus, con un roboante 5:1.

Bastò solo un tempo agli azzurri per sistemare la pratica. Solo una squadra in campo, il Napoli, che giocò una partita praticamente perfetta. Maradona, Careca e Silenzi misero in crisi la difesa bianconera come mai fatto prima. Crippa, Alemao e De Napoli cursori inesauribili, contro i quali gli opposti bianconeri non videro mai la luce. La difesa poi, praticamente perfetta nel contenere il trio d’attacco bianconero formato da Baggio e Schillaci, che avevano fatto faville al Mondiale, e da Casiraghi.

Dopo la prima frazione di gioco il Napoli era già sul 4:1, con la doppietta di Silenzi, i gol di Crippa e Careca, reti che resero invisibile la gemma balistica di Baggio, su punizione, che dimezzò le distanze ma solo per pochi minuti. Nella ripresa fu il morbido pallonetto di Careca a fissare il risultato sul 5:1, unica scintilla di un secondo tempo trasformatosi, contro ogni previsione della vigilia, in una appendice di allenamento di fine estate. Al triplice fischio di Longhi l’esplosione dei più di 60.000 del San Paolo, un boato fragoroso a sottolineare il raggiungimento dello storico traguardo sotto il segno di Maradona, sempre più Re ed idolo incontrastato di Napoli.

Una città in delirio che ormai aveva fatto l’abitudine alla vittoria, ma che non aveva mai abbastanza, dopo decenni di buio. La Supercoppa Italiana fu però l’ultimo bagliore di luce prima di ripiombare nel buio, un buio durato più di vent’anni e da cui sembrava non esserci spiraglio di uscita, almeno fino alla famosa serata di fine Maggio 2012, quando capitan Cannavaro alzò la Coppa Italia al cielo di Roma, proprio contro la Juventus. Storie ed intrecci calcistici che forse hanno un loro significato, e che troveranno a Pechino una nuova pagina da scrivere. Se 22 anni fa quella vittoria rappresentò l’inizio della fine del grande Napoli di Maradona, stavolta tutti vogliamo che luce continui a brillare.

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