Napoli, i giovani crescono ma a volte partono

In una nazione dove la persona anagraficamente più grande è sinonimo di esperienza e di affidabilità, il giovane si sente soffocare e quasi sempre è intento a cercare soluzioni diverse per emergere da quel groviglio di pressioni e di attesa circa i gli obiettivi da raggiungere. Ciò succede in qualsiasi ambito, dal mondo del lavoro al calcio. Si, proprio il calcio, proprio lo sport più popolare al mondo si comporta in questa maniera. Fino a tre anni fa  la squadre più importanti erano composte da un gruppo giocatori la cui età media non scendeva oltre i 30 anni. Erano sinonimo di sicurezza e quindi di ampie possibilità di sopraffare l’avversario e di vincita dei trofei. Adesso, con l’avanza della crisi economica, i club italiani cercano di ridurre il monte ingaggi e per fare ciò o puntano su giocatori di seconda fascia o su calciatori provenienti dal settore giovanile o su giovani emergenti provenienti da piccoli club. Insomma, tutto cambiato e così, mentre il Milan vende Thiago Silva ed Ibrahimovic per poi ingaggiare Acerbi e Traorè,  e l’ Inter Julio Cesar , Stankovic e Forlan a favore di Guarin e Handanovic, il Napoli cede al PSG Lavezzi, riscatta Pandev e conferma Insigne e Vargas. Proprio questi ultimi due nomi sono l’esempio lampante di una politica societaria che punta a mantenere un bilancio all’attivo appoggiando la crescita dei due giovani calciatori. Se però per il calciatore di origine partenopea la stagione 2012/2013 è la prima con la maglia azzurra, per l’attaccante cileno è già la seconda. Dopo un anno dal buon rendimento a Foggia e l’altro straordinario a Pescara, Lorenzo Insigne ha finalmente la possibilità di dimostrare al Napoli e ai tifosi quanto egli è veramente meritevole di vestire la maglia azzurra. Velocità, bravura nel dribbling, buona visione di gioco, ecco tutto ciò che il giocatore azzurro ha e che sta cercando di mettere in mostra durante il ritiro di Dimaro. Situazione leggermente diversa per Edu Vargas: giunto a Napoli dopo i successi in Cile, il calciatore ha avuto solo sporadiche occasioni per dimostrare il suo valore e anche in quel caso ha fallito. Indubbiamente, giocare solo i quindici minuti finali di una partita, quando ormai il risultato era già deciso, era alquanto inutile e soprattutto difficile per un giocatore che del calcio italiano sapeva ben poco. Per Edu Vargas, la nuova stagione è quella del riscatto, quella del poter dimostrare finalmente che i dodici milioni che il Napoli ha sborsato per ottenere le sue prestazioni siano stati spesi giustamente. Ma Margas, così come Insigne, veramente avranno questa possibilità? Partendo dal presupposto che  Cavani e Pandev sono i “titolarissimi” e premettendo che Mazzarri non è un grande amante del turn- over, questi due ragazzi avranno poche possibilità di dimostrare il loro valore in campo. Per questo motivo si vocifera la partenza di uno dei due calciatori, in prestito, a un club minore ma che partecipa al campionato di serie A, con l’obiettivo di testare le loro qualità tecniche e mentali. Disputare un campionato di serie C o B, così come giocare in Cile, è completamente diverso dall’affrontare, di settimana in settimana, squadra di serie A. Le pressioni sono maggiori così come la preparazione e le qualità tecniche delle squadre avversarie sono molto diverse da quelle che questi due giovani calciatori hanno affrontato finora. Per questo motivo, uno dei due potrebbe partite andando così a prendere un vice Cavani più esperto e pronto per una piazza calda come quella partenopea. Tutto ciò ovviamente sono supposizioni e ciò che si spera è che in realtà entrambi rimangano a Napoli e che abbiano la possibilità di avere le proprie possibilità perché non c’è niente di più bello di assistere alla crescita di un giocatore che va di pari passo alle vittorie di un club.

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