La guerra dei mondi

E’ proprio così, una guerra dei mondi, quella tra la solidità della realtà e quella dell’evanescenza dei propositi. Siamo appena agli inizi, il grano ancora deve maturare appieno, le vacanze ancora lontane, eppure la guerra è iniziata.

Già i primi musi lunghi, già i primi pronti a battere la testa contro il muro perché il Napoli non ha acquistato il tale o talaltro. E i silenzi dei dirigenti, le frasi da galateo di Mazzarri, quelle dei giocatori che non dicono mai quello che pensano. Lavezzi è andato via, e non dimentichiamoci che tutti l’anno scorso dicevamo che rappresentava il cinquanta per cento del Napoli. Questo significa che partiamo con una squadra dimezzata. La dirigenza però rivendica la competitività di una compagine che ha un anno di esperienza in più e un talento possibile in Insigne. Troppo poco per il tifoso partenopeo.

Behrami è ottimo e funzionale, Dossena parte, Gargano forse, Armero ha quasi firmato, Cuadrado sistemerebbe la geometria del Napoli con quel nome.  Manca però la scintilla. Attendiamo, ma con poca speranza. Siamo al limite di una svolta che sembra non arrivare mai. L’anno scorso sesti con Lavezzi, ora primi o in Champions senza il Pocho e senza un sicuro sostituto? La dirigenza, l’altro mondo in questa guerra, dice di avere fiducia, che la tabella è rispettata, che si lavora per fare meglio.  Intanto per la prima volta si sentono scricchiolii nella speranza dei tifosi, i volti un po’spenti, i discorsi che si mantengono sul vago e non riescono a decollare.

Tifosi e dirigenza, la guerra dei mondi è appena iniziata.

 

Carlo Lettera

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