Il San Paolo ancora nell’occhio del ciclone, deposito di materiale esplosivo

Entrare al San Paolo, è come varcare la soglia di un tempio antico, scampato all’usura degli anni, alle intemperie climatiche e alle guerre dell’uomo. Vieni rapito da quella magia e da quella sacralità che ti accapponano la pelle, e ti proiettano in un mondo in cui non ci sono coordinate spaziali o temporali, perchè è un universo che scampa a ogni tipo di convenzione e conformismo.

Entrare al San Paolo significa essere felici, ansiosi e trepidanti allo stesso tempo. Significa lasciare il mondo dei problemi, della precarietà e delle insoddisfazioni, per gettarsi a capofitto nel mondo dei sogni e delle speranze, alcune delle quali trovono il loro epocale compimento all’interno di quella “muraglia ovale”.

Perchè assistere all’eroiche imprese degli undici gladiatori di turno schierati da Mazzarri, e vedere la palla perforare la porta avversaria dopo una perfetta costruzione armoniosa di gioco, lascia un sapore dolce e una sensazione di piacere che assicura uno stato d’animo felice per l’intera settimana.

Insomma il San Paolo è la sintesi perfetta di amore, calcio, delusione, magia e felicità.

Ma il San Paolo è stato profanato da mani umane, sicuramente partenopei per “cittadinanza”, ma non di fatto. Uomini che pur di speculare, hanno aperto le porte del tempio partenopeo, macchiandolo di scabrosità e delinquenza.

Così lo statdio San Paolo è diventato il “motel San Paolo”, dove coppiette celate dal buio della notte e dall’omertà di qualche “guardiano” lascivo, hanno trascorso una notte d’amore rinchiusi in qualche sporco stanzino, adibito in maniera squallida , a “camera nuziale”.

Notizia delle ultime ore, invece è stata il ritrovamente di fuochi d’artifici in un’area lontana dall’ovale di gioco. Fatto già noto alla cronaca giudiziaria, perchè anche due anni fa il  San paolo è stato vittima di questa umiliante scoperta.

Tutti parlano di giocatori intoccabili e incedibili che non devono lasciare Napoli: “Cavani non si tocca, Maggio resta a Napoli, Gargano non è in vendita”.

E allora perchè non urliamo all’unisono: “Giù le mani dal San Paolo”.

Quel terreno da gioco è stato calpestato da “mostri” come Maradona, Careca o Bruscolotti. E’ una storia battuta in ferro e cemento e non deve essere sporcata da fatti obbrobiosi.

I colpevoli devono essere condannati e pagare per queste oscenità di cui sono stati artefici.

Perchè non hanno sporcato una semplice struttura, ma hanno macchiato l’anima di tutti quei Napoletani che vivono il calcio senza nessun tornaconto e soprattutto amano quel terreno da gioco per la storia “tacchettata” su quel rettangolo verde.

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