Tutti contro la RAI per la qualità degli Europei e scoppiano le liti online

Il grande pubblico drogato di calcio, degli ultimi anni di pay per view, ha trovato il suo passatempo preferito in questi giorni di caldo “europeo”.

Attraverso i social network quasi tutti hanno trovato almeno un secondo per un tweet, un post o una condivisione contro il servizio offerto dalla RAI in occasione di Euro 2012.

E così, anche tra gli addetti ai lavori, sono partite più frecciatine.

Dopo la polemica tra Antinelli (inviato RAI) e Barzaghi (Mediaset), tutta made in Twitter, è toccato ad Aldo Grasso il lancio di un nuovo guanto di sfida definendo la RAI “antica e autodistruttiva”:

L’ Italia va avanti, ma RaiSport arretra, se possibile. Se questi Europei fossero stati assegnati a TeleNorba, anziché alla Rai, potremmo contare su un prodotto professionalmente più affidabile. Siamo nel 2012 e dobbiamo ancora sorbirci i predicozzi spocchiosi di Marco Mazzocchi o la conduzione di Paola Ferrari o gli interventi di Marino Bartoletti! Sono cose che fanno male, che, in un eccesso di fiducia, credevamo non vedere più con il governo Monti e dopo l’esperienza di Sudafrica 2010. Per un minimo di decenza, perché stiamo dando un’immagine di dilettanti allo sbaraglio. 

Ora non è il caso di infierire sui singoli; la questione semmai riguarda chi ha scelto Bacconi, Collovati, Dossena (mai sentite tante banalità sul calcio: «Questo è fallo», «Non dobbiamo buttare la palla», «Ogni tanto dobbiamo respirare», «Devono sterzare» e cosucce del genere), chi ha deciso di far convivere Andrea Fusco (un pezzo di legno) con Gene Gnocchi (ormai all’ultimo stadio della comicità); chi continua a invitare Ivan Zazzaroni e Marino Bartoletti. Il dg di Viale Mazzini, l’ineffabile signora Lorenza Lei, guarda la tv, ha idea di cosa va in onda? Il vero dramma di RaiSport è questo: da un lato ci sono tv (Sky e Mediaset Premium) che pensano che lo sport sia la carta vincente della loro offerta e fanno di tutto perché si raggiunga un livello qualitativo più che accettabile, dall’altro c’è una Rai ancorata ancora a schemi frusti e perdenti, secondo cui le direzioni si scelgono per appartenenza politica, gli ospiti per compiacere il governante di turno, i commentatori, mi auguro, per risparmiare. È il modello Rai che è superato, rendiamocene conto.

La cosa peggiore è che adesso è partita la lagna: gli inviati di RaiSport si sentono al centro di un complotto, pensano di essere attaccati dai giornali foraggiati dalla pubblicità di Sky, leggono in video piccoli editoriali pieni di risentimento.

Martiri della Noia, testimonial dell’Autodistruzione.

Questo articolo, naturalmente, non è andato giù ai vertici RAI e al giornalista sportivo Ivan Zazzaroni che ha risposto via twitter e Facebook con i seguenti post:

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