La calura di Giugno..si vendono miraggi

La vita è per noi ciò che in essa immaginiamo. Per il contadino per il quale il suo campo è tutto, quel campo è un impero. Per Alessandro il cui impero gli sembra ancora poco, quell’impero è un campo. In realtà non possediamo altro che le nostre sensazioni; su di esse dunque dobbiamo basare la realtà della nostra vita.

Ho sognato molto, sempre ho sognato. Sono stanco di aver sognato ma non sono stanco di sognare. Il sogno mi ha concesso di essere quello che volevo, mi ha portato la coppa della dimenticanza. Il sogno è dimenticarsi di essere ciò che si è, è un po’ rinnegare se stessi, voltare le spalle al passato e vedere in quel passato ciò che non siamo riusciti a essere.
Si sogna perché ci si riconosce mancanti!

Esiste una categoria di uomini che magari non brilla per la qualità dei sogni, ma senz’altro è da ammirare e “compatire” per la quantità dei sogni che partorisce. Questa categoria antropologica, di cui anche io sono membro, nelle enciclopedie la trovate alla voce “Tifosi”.
Tale popolazione umana, alle prime calure di Giugno, dopo aver salutata sazia il tavolo del buffet delle emozioni giocate, non so se per il troppo vino ingerito, non so se per la pantagruelica abbuffata, si apre ai più insensati miraggi, alle più controverse situazioni, si dona come verginella alla seduzione delle “sparate clamorose”. E’ da questo incontro tra l’innocenza tifosica e la “depravazione” giornalaistica, è dal loro sudaticcio amplesso che si forma il sogno di Giugno.
Ma quanti miraggi! Schiere, plotoni, intere legioni. Si vendono per pochi centesimi, il prezzo di un quotidiano o di una rapida connessione a un sito. Ma come condannare questa che ad esser severi, potrebbe configurarsi come “aggiramento di incapace”? Io per primo ho bisogno di essere preso in giro, non dai giornalisti, anche loro sviati da notizie-sogno, che arrivano loro come certe. Il problema, un falso problema d’altronde, è che non si capisce da dove inizi questa catena del raggiro, dove si trovi la base operativa di questi sogni estivi.
Ma che ce ne importa! E’ così bello credere, così poetica la possibilità di un riscatto, di un progresso. Eh, certo, chi sogna è perché si ritiene mancante. Così noi napoletani sogniamo Ivanovic, Diarra, Jovetic, Raul Meireles, Essien, Hummels. La Juve invece ci sogna Cavani, Cavani magari sta sognando Dio e Dio sogna la pace. Una catena sontuosa e struggente di sogni. Forse gli unici a non sognare e a non avere miraggi – che tristezza però – sono gli azulgrana, per il semplice fatto di cui sopra si è detto, ovvero il loro non essere mancanti.

Sogniamo cari tifosi, lasciamoci trasportare dall’onda anomala della possibilità. Nessuno potrà rimproverarci, nessuno potrà chiamarci ingenui. Ingenui non siamo, ingenuo non è chi si riconosce debitore del fantastico. Forse, gli ingenui, sono coloro che troppo credono alla ragione, che non sanno sognare perché non hanno immaginazione.
Ma noi siamo di altra specie, siamo di quelli che conoscono la fatica del deserto ma anche la bellezza del miraggio…Noi siamo i veri tifosi!

Carlo Lettera

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