Grazie di tutto, Pocho. Anche se…

Questa non è l’ennesima lettera d’amore per “celebrare” l’addio di Ezequiel Lavezzi. O almeno, lo è solo in parte. Il folletto argentino (dopo gli anni tristissimi dei vari Sesa, Murgita, Bandieri, Olive e compagnia bella) è stato il giocatore che più di tutti  ha ricongiunto i tifosi azzurri con il calcio che conta, ovvero con quello sport fatto di tecnica, estro, potenza, follia e cuore. Lavezzi per cinque anni è stato tutto questo e anche di più.

Tra qualche giorno il Pocho porterà in dote 28 milioni d’euro ad Aurelio De Laurentiis, che con tutta probabilità plasmerà un Napoli ancora più forte e questo è un altro motivo per cui ringraziarlo. Però il finale di questa intensa storia ha comunque un retrogusto amaro perché per un attimo, solo per un attimo, abbiamo tutti pensato che Ezequiel fosse ormai diventato nostro figlio o nostro fratello, l’amico del cuore piuttosto che lo scugnizzo del rione Sanità che gioca a pallone nei vicoli polverosi dalla mattina alla sera. Ormai sembrava uno di noi. Ma non è andata esattamente come ci aspettavamo…

INTER O PSG, COMUNQUE UNA DELUSIONE- Dispiace dirlo, ma la sua scelta è stata quasi unicamente economica. Inizialmente Lavezzi sembrava promesso sposo dell’Inter ma la cifra della sua clausola rescissoria è stata una montagna troppo alta da scalare per Massimo Moratti e alla fine il sudamericano ha scelto Parigi. Milano o Parigi, però, sarebbe cambiato poco perché credo che entrambe le ipotesi siano per certi versi incomplete e non totalmente appaganti per Lavezzi: l’Inter attuale è lo sbiadito ricordo dello squadrone che solo tre anni fa Josè Mourinho guidò alla conquista del triplete e il presidente Moratti già da tempo non si svena più in sede di calciomercato (sei anni fa avrebbe tirato fuori i 30 milioni per Lavezzi in mezza giornata). Il PSG, al contrario, sta per lasciare l’anonimato ed è pronto per il calcio che conta, però milita nel tristissimo campionato francese che dall’anno prossimo in poi vincerà per chissà quante stagioni, ma prima di diventare una vera potenza anche in Champions League avrà sicuramente bisogno di almeno due o tre anni di rodaggio internazionale (e il Pocho a quel punto avrà già 30 anni suonati…). Sono deluso perché se Lavezzi proprio ci doveva lasciare non avrebbe dovuto farlo solo per denaro: lui meritava Manchester o Madrid, Monaco o Londra.

Grazie lo stesso Ezequiel, anche se ormai credevamo di aver trovato in te la nostra bandiera… ma non è andata così. Lasciamoci senza rancore, è stato comunque un grande piacere condividere cinque stupende stagioni insieme a te.

Marco Soffitto

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