Oltre ad Insigne c’è di più

Il campionato italiano, una volta meta ambita dai più grandi fuoriclasse del mondo, sta diventando col passare degli anni una sorta di “cimitero degli elefanti” a causa dei soliti problemi economici e burocratici che impediscono la necessaria modernizzazione del sistema. Sarà un caso, ma a fine stagione hanno fatto notizia più gli addii che i “benvenuti”. La situazione esige un cambio di rotta da intraprendere attraverso la seria valorizzazione dei vivai, anche per garantire un futuro alle diverse rappresentative che fanno sì il bello e il cattivo tempo, ma sono parte consolidata dell’identità nazionale. La parola d’ordine è lungimiranza, guai a sperperare le poche risorse di casse ormai anemiche. Se investimento deve essere, che sia nella programmazione e nella concessione, perché no, di uno sbocco occupazionale ai tanti, tantissimi giovani: in tempi di crisi sarebbe un gesto encomiabile.

Si parla di vivaio, e il pensiero vola subito in Spagna, sponda catalana (ma potrebbero essere citati anche altri esempi). C’è chi lo guarda come un modello inarrivabile, troppo divergente dalla propria mentalità. E c’è chi, invece, lo studia, ne apprende i rudimenti e li adatta al suo contesto. De Laurentiis sogna una cantera tutta partenopea, ma la strada è ancora lunga e va migliorata. Sotto il profilo tecnico, però, sembra che qualcosa stia iniziando a smuoversi. Storicamente i “prodotti” campani sono sinonimo di qualità, sebbene abbiano sofferto per osmosi il periodo di appannamento finanziario della società che solo sette anni fa è riuscito a sanare. In parallelo con l’ascesa del Napoli, quindi, si è creato un circolo di professionisti precoci e di belle speranze che negli ultimi tempi ha iniziato ad ottenere risultati e raccogliere consensi.

L’emblema della nouvelle vague partenopea è senza ombra di dubbio Lorenzo Insigne, talento infinito e numeri da predestinato. Il pezzo pregiato, ma non per questo l’unico in possesso del Napoli. A certi livelli l’esperienza è l’arma in più per avere la meglio sul diretto avversario. Essa si acquisisce sia sul campo che a stretto contatto con la frangia navigata, quella che ti istruisce e smalizia al punto giusto. De Laurentiis sa che un cammino su più fronti logora, e nelle sue intenzioni campeggia la volontà di riportare alla base diversi elementi. Tanto oro nel forziere azzurro, come quello di Raffele Maiello e Camillo Ciano meritevole della ribalta immediata tra i “grandi”. Una stagione da protagonisti tra le fila del Crotone, soprattutto per Ciano che a suon di gol e assist ha assicurato ai calabresi la permanenza in cadetteria. Oltre ai girovaghi (tra cui Sepe, Donnarumma, Izzo, De Vena e Liccardo) non vanno dimenticati i componenti della Primavera come Insigne jr, Dezi, Ammendola, Allegra, Palma, Scielzo e il magiaro naturalizzato scugnizzo Novothny. Insomma, tanti, tantissimi ingredienti per preparare una rivoluzione dal sapore genuino e senza additivi di importazione. Come quello di una volta.

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