Iavarone: “Adesso costruire un vero futuro”

Ecco il consueto editoriale del Caporedattore de Il Mattino Toni Iavarone

Anche l’Atalanta passeggia sui resti del Napoli: 3-1. Davanti alle macerie, il ko e i due punti in cinque partite, dinanzi a questa realtà, i realisti avrebbero il dovere di spiegare come e perché il Napoli si sia avvitato in questa spirale. Da qualche partita la Mazzarri band gioca qualcosa che ricorda il calcio, è confusa, tesa e povera dei suoi tre o quattro talenti (gli ex tenori, tanto per intendersi). Se, nei tempi migliori, l’astuzia si specchiava nell’ingenuità degli avversari, adesso un contropiede decente lo imbastiscono tutti coloro che incrociano sul proprio cammino Cavani e compagni. Addirittura ieri quelli dell’Atalanta hanno giocato a palla bassa, cross ovviamente esclusi, più del Napoli. E per farlo occorre fiato, testa e non solo velocità. Invece i nostri azzurri hanno ribadito che la loro alta vocazione consiste nel produrre lanci lunghi e imprecisi, che mirano a saltare il centrocampo e destinati ad attaccanti molli sistemati spalle alla porta. Si può discutere da qui a quando si vuole: Mazzarri ha sbagliato formazione, le colpe sono tutte e solo sue? Lo stesso Mazzarri, peraltro, fino a qualche settimana fa era considerato un genio di livello mondiale. Ognuno può impiegare il tempo come crede, anche perché le responsabilità, nelle disfatte, di solito vanno distribuite tra più soggetti. Sarebbe, invece, utile capire se l’allenatore ha potuto contare su un numero davvero congruo di uomini giusti, ovvero su alternative effettive e non su generici sostituti. Ieri, senza Zuniga e Maggio, si sono adattati sull’esterno l’incolpevole Grava, poi l’inconsapevole Campagnaro. In difesa il tanto invocato Fernandez ha sostituito, per modo di dire, Cannavaro. Già, questo organico da un po’ non vince e non convince. Il miglior modo per uscire dal tunnel è costruire un futuro che sia tale, dove non ci siano sempre e solo quei tredici-quattordici calciatori che da anni sono costretti a cantare e portare la croce. Magari senza nemmeno abbandonarsi a spese folli, magari riflettendo bene prima di cedere pezzi di un mosaico che era stato costruito nel tempo. Già, se, ad esempio, il Napoli si fosse tenuto stretti Denis e Quagliarella, avremmo forse dato respiro e più brillantezza a Cavani e Lavezzi. E con loro ne avrebbero guadagnato il Napoli, il cammino in campionato e in Champions.

Fonte: Il Mattino

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