Altafini: “Napoli favorito per il 3°posto nonostante tutto. Cavani? Non è il mio erede”

A suoi tempi, tra gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, fu ribattezzato il «conileone». Metà coniglio, Gipo Viani lo aveva etichettato così per la sua vocazione a evitare i contrasti più duri in area di rigore, e metà leone. Un leone che in Italia ha ruggito 216 volte, l’equivalente dei gol segnati in 459 partite giocate. Ecco quanto dichiarato da José Altafini sul momento del Napoli in un’intervista rilasciata a Il Mattino:
 

Altafini, non è che contro la Juventus qualche tenore azzurro ha avuto un po’ di paura?
«Cavani e Lavezzi hanno giocato non male, ma malissimo. Io facevo la telecronaca per Sky e tra me e me non stavo nella pelle: dicevo, guarda un po’ se proprio stasera devono fare questa partita. Una rabbia anche a vedere Hamsik muoversi per il campo quasi senza meta».
 

Neppure un tiro in porta, si rende conto?
«Il Napoli mi ha molto deluso, non lo nego. È stato piccolo piccolo, proprio contro una squadra che battere ai miei tempi significava stare tranquilli per due-tre mesi. Credo che fossero  stanchi, ma contro la Juve devi trovare delle forze in più dal cuore».
 

Sensazioni?
«Beh, è scontato dire che Juventus-Napoli non ha più il fascino di un tempo. Allora la sfida investiva tanti aspetti, questa era importante solo per la classifica. La Juve, poi, mi sembra che non sia più odiata dai napoletani come prima».
 

Un attacco troppo sterile?
«Non basta parlare della prova della squadra di Conte per giustificare la prestazione del Napoli contro la Juve. Fossi un tifoso azzurro mi sarei arrabbiato molto».
 

C’è un calo atletico?
«La sensazione è proprio questa. Almeno contro la Juve tutti arrivavano dopo qualche secondo sui contrasti. Spero solo che sia stata solo  una gara storta».
 

Un momento negativo proprio nella fase decisiva della stagione.
«Certo, ora gli azzurri devono rimboccarsi le maniche e ritrovare smalto e lucidità. Ma sapete cosa dico? Che questo Napoli anche così è molto più forte della Lazio e anche della Roma».
 

Il gioco di Luis Enrique non le ricorda il Barcellona?
«Ma per favore, proprio per questo continuo ed allucinante paragone con i catalani che ritengo la Roma fuori dai giochi per la Champions».
 

Napoli favorito, nonostante tutto?
«Sì. Il livello è basso, sia chiaro. Molto basso. Ma il Napoli è meglio anche dell’Udinese anche se lì c’è Di Natale che quando gioca regala sempre un vantaggio: quello di iniziare la gara sull’1-0. Segna sempre».
 

Cavani è il suo erede?
«Non ci sono miei eredi, non ci sono mai stati. Anche se gli auguro di fare in serie A gli stessi gol che ho fatto io».
 

Col Napoli, in 7 stagioni, ha segnato 71 gol. Cavani è già a quota 61.
«Glielo auguro, ma io sono tranquillo perché non ci tengo più di tanto. In fondo a me resterebbe sempre il record di Coppa Campioni dove con il Milan segnai 14 reti in nove partite e in una sola stagione nel 62-63. E nessuno riuscirà a batterlo».

 

Mariano Menna

 

 

 

 

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