Lunedì azzurro: due punti in meno ma un Fernandez in più

Il pareggio con il Catania lascia l’amaro in bocca (molto meglio se la partita fosse terminata 0-0, avremmo tutti preso il risultato con maggiore filosofia) e la sensazione che in questa stagione la fortuna non stia quasi mai dalla parte della squadra di Aurelio De Laurentiis: i rossoblu etnei, pur sciorinando grande tecnica ed intelligenza tattica nel corso dei primi 45 minuti, nel secondo tempo sembravano essersi disciolti dopo il doppio svantaggio ma con un colpo di coda sono comunque riusciti ad agguantare il pareggio grazie a due corner nell’ultima parte di gara.

Dallo scorso settembre gli azzurri riescono a portare i tre punti a casa solo se danno il 100% in campo, quando invece l’anno scorso riuscivano spesso ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo (soprattutto al San Paolo contro compagini di fascia medio-bassa).

Forse non è un caso che il Napoli ha iniziato a soffrire i ragazzi di Vincenzo Montella da quando è uscito dal campo Federico Fernandez. “El Pajaro” è sicuramente una giovane promessa che quest’anno avrebbe meritato più spazio e che ieri ha dimostrato tutto il suo valore grazie a un’egregia prestazione, giocando finalmente nella sua posizione naturale. Il difensore della nazionale argentina, a detta dei più quotati talent scout calcistici, è uno dei migliori under 23 mondiali nel suoi ruolo di competenza. Ecco, fino ad ora proprio questo è l’equivoco tattico che sta frenando l’ascesa di Fernandez: Mazzarri l’ha sempre utilizzato poco e male. Le rarissime volte che il numero 21 azzurro ha potuto esibirsi da centrale della difesa a 3 i risultati sono stati più che confortanti, ma quando ci si ostina a schierarlo sul centro-destra le prestazioni non sono altrettanto convincenti.

Walter Mazzarri ha però il dovere di far crescere ed esplodere questo talento certificato che è nelle mani della società partenopea. Un ragazzo di 22 anni già titolare inamovibile della nazionale argentina non può essere un “pacco”, ne’ può essere relegato sempre in panca per poi magari essere svenduto tra qualche mese per pochi spiccioli.

E’inutile insistere su un progetto calcistico basato sui giovani se poi questi, una volta acquistati, si lasciano marcire in panchina o in tribuna per un’intera stagione. Per quanto riguarda questo aspetto forse il preparatissimo tecnico di San Vincenzo dovrebbe attuare una politica un po’diversa, prendendo magari spunto dal suo collega Francesco Guidolin.

 

Marco Soffitto

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