Napoli ed i rigori. Storia di un amore mai nato

Quello di ieri sera è stato il quinto rigore sprecato dal Napoli in questa stagione. Un numero esageratamente alto rapportato agli otto complessivi fischiati a favore degli azzurri in Serie A.
Un difetto che ha radici ben più profonde, un difetto che il Napoli trascina con se fin da quando ha rimesso piede nella massima serie, avendo sbagliando il folle numero di 15 calci di rigore su 35 complessivi. Quasi un rigore su due non va a bersaglio e questo è un dato su cui riflettere e porvi rimedio quanto prima possibile.

Con i rigori si vincono le partite, le coppe, addirittura i Mondiali, come la italica storia calcistica insegna, e saperli realizzare quindi assume un’importanza più che mai rilevante sulle sorti addirittura di un’intera stagione.
Eppure al Napoli i tiratori scelti non sono mai mancati, in questi cinque anni di massima serie ed è davvero strano capire il motivo di così tanti errori. E’ ovvio, solo chi non tira i rigori non li sbaglia mai, e non dimentichiamo che anche Maradona, a Napoli, qualche penalty lo ha fallito, però con un minimo di freddezza e lucidità in più, forse qualche errore di meno lo si vedrebbe.

Radici storiche, come detto, alla base del rapporto turbolento dei del Napoli con i rigori. Una storia che parte nella stagione 2007-2008, la prima del Napoli in A della gestione De Laurentiis. 11a giornata, Napoli v Reggina 1:1, e Calaiò spreca il penalty, facendoselo parare dal portiere amaranto. Un errore che costerà una multa per l’arciere siciliano e la quasi totale emarginazione dalla squadra, da parte di Reja avendo, l’attaccante azzurro, “rubato” il rigore a Domizzi, all’epoca prima scelta dagli undici metri.

Ma nemmeno Domizzi fu infallibile dal dischetto nonostante la sua ottima percentuale realizzativa: era la 17a giornata ed il Napoli fu di nuovo bloccato tra le mura amiche dal Torino per 1:1. Domizzi ebbe l’occasione di portare il Napoli sul punteggio di parità, ma Sereni ipnotizzò l’ex difensore azzurro, parandogli il tiro dal dischetto.

Stessa stagione, terzo rigore sbagliato dal terzo rigorista diverso. Fu Zalayeta stavolta a farsi parare la conclusione da Julio Cesar, errore che per fortuna non inficiò sulla vittoria degli azzurri sull’Inter per 1:0. Era la 26a giornata e per quella stagione, fortunatamente finì lì.

Stagione 2008-2009. Cronaca della 18a di Serie A; il Napoli s’impone a fatica sul Catania, con un gol di Maggio nel finale, ma una manciata di minuti prima, Hamsik si fa parare il tiro dagli undici metri che avrebbe permesso di sbloccare il risultato. Cambia il rigorista, ma purtroppo non la sostanza. Fortunatamente quello contro il Catania rimarrà l’unico errore  stagionale.

2009-2010, sesta giornata. Il Napoli affronta in casa il Siena e sull’1:1 Hamsik porta in vantaggio il Napoli ribadendo in rete il tiro dagli unici metri respinto dal portiere avversario. Sale così a 5 il computo totale degli errori dal dischetto. A Firenze, tre giornate più tardi, il Napoli, sullo 0:0, avrebbe la possibilità di portarsi in vantaggio, ma Quagliarella si fa parare la conclusione da Frey. Per fortuna, Maggio nel finale regalerà la vittoria ai suoi. Il cerchio si chiude alla 30a giornata, al cospetto della Juventus. Hamsik calcia alle stelle il rigore del possibile pareggio3, che fortuna degli azzurri si concretizza pochi minuti dopo per mano dello stesso slovacco, che col suo gol diede il là alla rimonta partenopea.

Nella scorsa stagione, Hamsik sbaglia a Udine, 14a giornata, facendosi parare la conclusione da Handanovic, e purtroppo gli azzurri uscirono sconfitti dal Friuli per 3:1. Alla 26a giornata, in piena corsa Champions, contro il Catania il Napoli s’impone di misura, grazie ad una rete di Zuniga, ma in precedenza Cavani stampò sul palo il suo rigore. Alla 33a giornata Handanovic si ripete, stavolta su Cavani, e consentendo ai suoi di sbancare Napoli e azzerando definitivamente ai partenopei le possibilità di vincere lo Scudetto.

Il resto è storia recente. Due rigori falliti da Hamsik, a Milano contro l’Inter ed in casa contro la Juventus e ben tre quelli sciupati da Cavani: a Siena, a Parma e ieri sera ad Udine, consentendo ad Handanovic di parare il terzo rigore consecutivo al Napoli. Un totale di 15 rigori sbagliati su 35, decisamente un dato allarmante, che deve essere preso in considerazione da Mazzarri che, si spera, faccia allenare i suoi in qualche seduta supplementare.  Molte partite si decidono per episodi, come un rigore; non trarre il massimo vantaggio da certe circostanze equivale ad uno spreco che potrebbe avere ripercussioni sul risultato ultimo della stagione. 

ANTONIO SALVATI

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