A Milano la difesa ha retto

Legittima difesa: e in quello 0-0 che divide, la certezza è in quel quartetto trasformato in muro umano. Senza rete: e il volo da Milano, pure stavolta, diventa comunque piacevole, scacciando via i fantasmi sulla solidità d’un settore preso troppe spesso a spallate e riemerso dalle brume d’un periodo statisticamente infelice a testa alta e petto in fuori.

UOMO RAGNO – Centottanta minuti d’imbattibilità: certo, il record dell’anno scorso è tutta un’altra storia, ma quando il vento soffia contro, a De Sanctis può bastare (ed avanzare) chiudere la porta, ridurre gli spifferi e tenere l’umore alto. Avanti, adagio: niente gol con il Cesena – e ci sta – e niente gol pure a San Siro, con una parata-capolavoro sul pallone a girare, con tanto di effetto velenoso dentro, di Ibra. Due partite così: era successo, certo, però con Fiorentina e Inter, ottobre 2011 che pare una vita fa; e poi, di nuovo, Cagliari e Udinese, novembre. Ma da Bergamo in poi e per undici domeniche undici di campionato, era stata sofferenza allo stato puro e un’ira da reprimere.

 
LA STAR…ONICA – Benvenuti al Nord, in un freddo glaciale che ad un «picciotto» palermitano potrebbe far venire l‘emicrania: e invece Milan-Napoli è la partita della vita di Salvatore Aronica, il difensore ovunque, mai una diagonale sbagliata, chiusura da cerniera-lampo su chiunque, compreso Ibra, portato all’esaurimento nervoso, con tanto di schiaffetto rosso. La stagione partenopea di Aronica è cominciata quattro anni fa e ora che il contratto è in scadenza, la conferma sembra annunciata e sottolineata da una prestazione tutta anema ‘e core, che trascina di prepotenza la classe operaia – e fedele – in Paradiso. Il rinnovo sembra un dettaglio: Aronica-cinque alza il calice, in attesa delle centesima in campionato (meno sei, per ora) e di sistemare l’autografo più emozionante della propria carriera: « Perché io ho sempre pensato che sarebbe bello chiudere qua la mia carriera». 

 

SI RICAMBIA – E poi c’è Campagnaro, che ne ha passate di brutte, che ha dovuto stringere i denti, avendo caratteristiche diverse dagli altri titolarissimi: lui e Robinho, ma anche lui e Ibra o lui è Seedorf, lui e chiunque altro. Dicono in Argentina che stia per essere convocato in Nazionale, un premio al rendimento ritrovato in un pomeriggio di sacrificio, nella penombra di un match spigoloso, in cui c’era più da perdere che da guadagnare. Ma giovedì sera c’è il Siena e la retroguardia potrebbe essere ritoccata, avendo poi Mazzarri contro il Chievo l’esigenza di sostituire lo squalificato Cannavaro.

Ipotesi possibile, si scaldi Fernandez, la prima sostituzione, là dietro; e però si prepari anche Britos, appena rientrato, con due giornate di adattamento in campo.

MERCATO – Ma il mercato non è ancora chiuso e qualcosa può succedere, per cambiare la struttura difensiva: però in uscita. Il Napoli viene sistematicamente sollecitato a discutere di Ignacio Fideleff, il mancino arrivato ad agosto, acquisto last minute dopo l’infortunio di Britos. Potrebbe partire, ma in prestito, per avere possibilità di giocare. Per lui non c’è la Champions, è fuori dalla lista, e quelli là in campo non scherzano mica. Due domeniche senza prendere gol, l’avreste mai detto?
 
Fonte: Corriere dello Sport

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