Cara Napoli, “C’è qualcosa che non va”

C’è qualcosa che non va in questo cielo. A qualunque azzurro si riferisse, le parole di Vasco Rossi dipingono a pennello quello di Napoli. In particolare lo spicchio diviso a metà tra Fuorigrotta, angolo San Paolo, e Castel Volturno. Al centro la rivoluzione programmata dal Calcio Napoli, annunciata in modo teatrale, a poche ore da uno spareggio che vale una stagione. I titoli di coda prima del finale, una novità comunicativa che farà scuola.

A lasciare sorpresi, però, è la mancanza di appeal della squadra partenopea. Rifiuti sistematici ad ogni sessione di calciomercato, addii a ciclo regolare. Il saluto di Benitez ci sta (buena suerte Rafa!). Un professionista della panchina, che aveva fatto capire da tempo di essere di passaggio in città. Stupisce però la partenza anticipata, aveva un altro anno di contratto, del ds Riccardo Bigon. L’ambizione lo porta a rinunciare all’Europa per Verona. Voglia di ‘aria del Nord’. Sotto al balcone di Romeo e Giulietta pare ci sia il più grande centro termale a cielo aperto del mondo.

Cosa c’è che non va (ancora un testo di Vasco) a Napoli?. L’aria di via Caracciolo soffoca? Le stanze di Castel Volturno sono strette?. Lavorare all’ombra del Vesuvio, e del presidente, snerva? Demograficamente un crollo, psicologicamente un dramma. Agli emigranti da ‘valigia di cartone’ si aggiungo quelli da ‘business class’.

Lunedì (sempre secondo il guru di Zocca) quando calerà il sipario sul campionato, e si inizierà a programmare il prossimo, occorrerà una profonda riflessione nelle stanze dei bottoni della Filmauro. L’amalgama, tanto cara allo storico patron avellinese Sibilla, non si compra. La qualità dell’aria però si migliora, si certifica e si sfrutta per il bilancio sociale.

Gianluca Dati

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