Ezequiel Lavezzi: un campione oggi, un eroe fin da piccolo

Si parla tanto di chi è oggi Ezequiel Ivan Lavezzi, ma ci si dimentica troppo spesso che dietro quel cognome da campione, dietro i balletti con i compagni di squadra e ancor dietro quel suo sorriso sano e pulito non si nasconde un ragazzo come tanti.

Non si è fatta mai molta pubblicità sul suo passato, su quello che era prima di diventare l’uomo famoso che è oggi, ma chi è davvero il nostro Pocho? E’ sempre stato taciturno riguardo alla sua  vita personale, troppo importante per lui, o troppo dolorosa da poter esser messa in piazza, come noi giornalisti a volte siamo abituati a fare. Eppure una domanda sorge spontanea per chi lo ama fino a farselo tatuare sul polso e per chi, da sempre, non fa altro che criticarlo. Chi è Lavezzi? Esiste un uomo, prima che un calciatore, impegnato da sempre nel sociale con milioni di iniziative che riguardano soprattutto i bambini.

Ho avuto un’infanzia difficile. Ho iniziato a giocare a calcio da piccolo. I miei genitori si sono separati quando avevo due anni e mia mamma lavorava come cameriera. Sono cresciuto con i miei due fratelli perchè mia mamma lavorava.  Lei è stata come una mamma ed un padre per me. Abbiamo sempre contato su mia madre, non tanto su mio padre.”

Sono parole che lasciano un po’ di amaro in bocca e danno un po’ di umanità a chi forse non è mai stato visto sotto questo aspetto. Ogni atteggiamento del calciatore, però, ad un occhio attento non può che raccontare anche la storia che non dice:

Non sono mai stato un sognatore. Nella mia vita mi sono sempre prefissato degli obiettivi, tanti traguardi da raggiungere. Sono uno che “organizza” il suo domani. Vivo giorno per giorno, mi godo ogni istante della mia vita. È questa la mia filosofia”

Ed è così che ha vissuto la prima parte della sua adolescenza, lasciando le superiori al terzo anno, continuando a giocare a calcio come se fosse la sua  valvola di sfogo per una situazione difficile e dedicandosi ad ogni tipo di lavoro che potesse aiutare la madre.

Non ho mai sofferto la fame ma la situazione a casa è peggiorata quando mamma si è separata da mio padre.Penso che lei meriti tutto l’oro del mondo per quello che mi ha dato, per i sacrifici che ha fatto per me.”

I sogni, da bambino, li lasciava agli altri e si godeva quello che la vita poteva offrirgli giorno dopo giorno. Poi il primo lavoro con gli Estudiantes gli permise di guadagnare 100 pesos al mese all’età di 17 anni. Era un traguardo poter iniziare ad aiutare la famiglia. Arrivato in Italia, al Genoa, i guadagni crebbero notevolmente e la prima cosa che Lavezzi fece fu l’acquistare una casa per la madre e cercare di non farle più fare lavori faticosi. Poi a seguire sono arrivati i primi soldi veri, quelli che ancora oggi il giocatore guadagna e che ha speso innanzitutto per acquistare una casa per il figlio Thomas.

Impegnato nel sociale, è spesso assieme ai bambini di Rosario:

“Non appena ho avuto la possibilità economica, ho fondato questa associazione. Lo abbiamo fatto con mio fratello. Oggi sono 40 bambini, a cui abbiamo dato una mano. L’intenzione è quella di far capire loro che c’è una via d’uscita, c’è un altro stile di vita. Questi ragazzi crescono in quartieri in cui molte cose sembrano normali, come vedere uno con una pistola che cammina per strada o gente drogata negli angoli delle strade. L’intenzione è fare in modo che domani possano essere in grado di scegliere ciò che vogliono fare.”

Insomma, il Lavezzi sregolato, quello poco ligio al dovere e sbarazzino che siamo stati abituati a vedere, forse nasconde una forza che molti di noi non sanno nemmeno di poter avere. Questo piccolo grande uomo ha provato sulla sua pelle un dolore e una miseria difficili da immaginare se solo osserviamo chi è oggi il “Pocho” Lavezzi. E allora ogni tanto, soprattutto quando le critiche si fanno feroci o sono atte solo ad indebolire un giocatore, dovremmo ricordare che siamo ancora di fronte a quel ragazzo che, senza credere nei sogni, ma guardando avanti nel suo cammino, ha scelto con un po’ di fortuna, la strada migliore. 

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