CdS: dopo una sconfitta gli azzurri si scatenano

Rialzarsi. E in fretta. L’ordine è partito, accompagnato dal brindisi e dagli  auguri di Natale. Dopo tutto quello che di buono ha fatto, il Napoli non può,  non vuole andare in ferie portandosi dentro l’amarezza dei brutti risultati. E  neppure vuol rovinare le feste ai suoi tifosi o,  peggio ancora, mortificare una classifica che già non sorride più.

REAGIRE. E SUBITO- Il Napoli sa di aver esaurito  il bonus degli errori, mentre chiede vendetta quell’unica vittoria (contro il  Lecce) nelle sette ultime partite. Ecco perché stasera, contro il Genoa, gli  azzurri non hanno alternativa alla vittoria. Capitò pure otto mesi fa. Anche  allora, era il 30 aprile, reduce da una sconfitta col Palermo, il Napoli trovò i  rossoblù sulla sua strada. E reagì. Vinse e riprese la sua fantastica corsa  verso il terzo posto. Uno a zero il risultato. Fece gol Hamsik e tutto tornò  come prima della sfortunata spedizione siciliana. Ma non fu una sorpresa quel  successo. Nient’affatto. Perché carattere, determinazione, voglia di reagire,  fanno parte da sempre del bagaglio del Napoli di Walter Mazzarri, uno che le  sconfitte non le digerisce proprio. Uno che ci sta male davvero quando perde e che cerca subito il  riscatto. Cosa che al suo Napoli riesce. Lo dicono i numeri. In quelle sedici  volte che è stato chiamato a reagire agli “schiaffoni”, il Napoli ha vinto sette  volte e sette volte ha pareggiato. S’è rimesso in piedi immediatamente, insomma.  Storia della stagione scorsa e di reazioni anche rabbiose della squadra azzurra.  La più clamorosa – e anche la più attesa – la “resurrezione” dopo la batosta  dell’Epifania a Milano. Il Napoli, è antica tradizione, fa spesso fatica dopo la  sosta di Natale. Ma il sei gennaio scorso nessuno s’aspettava che seppure al  gran completo ne prendesse tre dall’Inter. Tre a uno il conto della terribile  mazzata. E appena tre giorni prima di Napoli-Juve. Ebbene, il Napoli rimise in  fretta insieme i cocci portati da Milano, raccolse forze e orgoglio e mise sotto  di brutto la Juventus. Fu tre a zero,  infatti, con tripletta di Cavani. Una risposta istantanea e prestigiosa a chi in  quella sconfitta milanese aveva letto pericolose debolezze della squadra.  Proprio come, dopo l’inopinata sconfitta casalinga con la Roma, sta capitando in  questi giorni: con il tifo azzurro diviso tra il timore che il Napoli abbia  ormai poche chance di podio in campionato e la speranza, invece, che una  resurrezione possa ancora cambiare il corso del destino.

NAPOLI-JUVE, UN SIMBOLO – E allora ecco quel  Napoli-Juve d’inizio anno diventare simbolo, icona della voglia azzurra di  reazione e di riscatto, mentre tornano alla mente anche altre immagini d’un  Napoli subito vincente dopo sconfitte anche cocenti, anche complicate da  smaltire in fretta. Novembre del 2010. Di Natale tre, Napoli uno. Il Napoli  a Udine perde la ragione ma la ritrova otto giorni dopo in casa, col Palermo. Gol di Maggio e basta  questo per tornare alla vittoria. Fa le cose in grande, invece, la squadra di  Mazzarri quando – sempre nella stagione scorsa – dopo aver perso a Roma con la  Lazio (2-0) strapazza il Bologna al San Paolo (4-1) e quando, mortificato in  casa dal solito Chievo (1-3) arriva arrabbiatissimo a Cesena e vince pure  stavolta quattro a uno. Insomma, ce ne sono per il Napoli di precedenti  incoraggianti e portabene. Uno anche assai recente. Di due mesi fa. Quando,  fulminato in casa dal Parma di Colomba (1-2), il Napoli si riscattò contro il  Bayern in Champions. Uno a uno il risultato al San Paolo, ma fu un pari assai  gratificante – e alla fine anche decisivo per passare il turno – contro una  delle più forti squadre al mondo. 

Fonte: Corriere dello Sport

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