Il punto: deboli coi deboli

Come  la criptonite per Superman, così la band di Mazzarri si ridimensiona con le piccole squadre ch attaccano a spron battuto, lasciando tatticismi e buttando il cuore oltre l’oscatolo. E’ proprio qui il limite degli azzurri: punire la scelleratezza tattica altrui sfruttando la tecnica sopraffina degli uomini migliori e colpire senza pietà, anche solo con quel golletto che stenderebbe chiunque dopo una prova come quella dell’Atalanta, spinta dal pubblico ed ignara dell’acume tattico necessario per affrontare squadre di blasone, quale dovrebbe essere il Napoli. Ed invece no. Ci si specchia toppe volte durante il match, tentativi di giocate di classe, lanci chilometrici alla ricerca di qualcuno in grado di metter giù palla spalle alla porta, tentativi di sfondamento mai riusciti. Ed ecco che i vani e vaghi tentativi si infrangono contro il muro degli orobici che quasi portano a casa l’intera posta. Dov’ è la maturità dei ragazzi? E’ forse ancora inadeguato il turnover messo in atto ? Diamine, no, non può esserlo, perchè del turnover abbiamo bisogno, è necessario ai fini di un concreto proseguimento su tre fronti, per portare avanti le velleità più in là possibile. E allora che qualcuno si metta in riga, che si rimbocchi le maniche per raggiungere almeno un livello accettabile per quelle poche volte che verrà chiamato in causa, e se questo non dovesse servire, che si prendano provvedimenti. Veniamo al match. Questa volta il perno debole della difesa è Campagnaro, forse senza benzina dopo il match contro il City, resta il fatto che è distratto, abulico e quanto mai impreciso. Se ci aggiungiamo anche la lentezza di Fernandez, controllore del peperino Moralez, le cose si sarebbero messe male; menomale che Cannavaro fosse in giornata altrimenti erano guai. Ricadiamo nella routine quando parliamo delle scelleratezze di Gargano, alle quali si alternano recuperi palla da fenomeno… e allora? Dzemaili regge bene nel primo tempo ma si allinea alle imprecisioni del compagno di reparto, ne viene fuori una zona nevralgica dove Carmona e Padoin mettono spesso in evidenza limiti strutturali. Menomale che Zuniga sulla fascia crea i grattacapi necessari per spostare sulla destra le attenzioni del baricentro orobico, con raddoppi e chiusure che tolgono spesso un uomo alla linea mediana. Dispiace vedere Pandev fare un passo indietro rispetto alle ultime volte, forse questa è stata una delle occasioni più ghiotte per il macedone di mettersi in mostra e divenire definitivamente la quarta stella dell’attacco azzurro, ma così non è stato e Goran è ancorato nel limbo di “quelli da cui ci si aspetta qualcosa…”. Hamsik studia ancora da grande, ma dimentica di firmare la presenza, come spesso capita ultimamente; quando quel giorno verrà diremo di avere finalmente un campione. Cavani sempre pungente anche se troppo solo, morde all’ultimo secondo facendo così dimenticare la sua astinenza anche in campionato. Un resoconto modesto se si vuol pensare in grande, anche perchè la fase d’attacco latitita per l’intero match, bisogna quindi abbandonare la dipendenza da Lavezzi ( si nota quando entra che è l’uomo che più mette in crisi le difese) e cercare in qualche altro uomo l’identikit del giocatore in grado di calamitare a sè tutte le azioni. Sono maturi i tempi per addestrare qualche altro elemento impartendo lezioni da leader perchè 2-3 uomini sono troppo pochi per chi ha le ambizioni come quelle dei partenopei. La prova di stasera appartiene ad un Napoli del passato, quando di stenti, fortune, e lampi di genio si andava avanti alla giornata. Ora non lo si accetta più, sui documenti di ognuno c’è scritto “aspirante leader”, che si abbandonino le vecchie paure. Il punto di Bergamo va di certo visto come un punto guadagnato per com’è arrivato, ma partite del genere andranno affrontate col piglio giusto, anche dopo una storica vittoria come quella di mercoledì, altrimenti lo spirito da “grande” resterà una chimera, ed il Napoli apparterrà sempre a quella lista di “squadre rivelazione”  Cenerentola per sempre. Vestiamo i panni da protagonisti e battiamo la signora martedì, poichè i bianconeri vanno fermati per vari motivi, su tutti per minare quella leadership che potrebbe divenire pericolosa. Prendiamo a schiaffi gli “ironici” juventini (vedi rinvio post-nubifragio) e riportiamoli coi piedi per terra.

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