L’Atalanta, Alemao e la moneta “tricolore”

Era l’8 Aprile del 1990, quando i partenopei sfidarono l’Atalanta in un match infuocato come sono solite le partite a Bergamo (trend che difficilamente cambierà purtroppo). Il Napoli è impegnato nella rincorsa scudetto al cospetto del Milan di Sacchi, stoico e vincente in quegli anni. La gara è tiratissima, il pubblico inveisce con i soliti cori beceri, ne risente lo spettacolo in campo, con le due squadre incapaci di farsi male. Il Napoli ci prova, ma l’Atalanta tiene bene e si rende pericolosa. Continuano le contestazioni sugli spalti, da cui cominciano a piovere oggetti. Tra questi, una monetina colpisce al capo Ricardo Rogerio de Brito Alemao il quale preferisce restare in piedi e continuare a giocare, ma dopo l’intervento e la visita-lampo di Carmando, il quale lo invita a “buttarsi a terra”, Alemao dopo qualche minuto è costretto a lasciare il terreno di gioco, al posto del quale un giovane Zola subentra in una delle rare apparizioni nell’anno dello scudetto. Il giudice sportivo darà ragione al Napoli, accettando il ricorso della dirigenza partenopea, e assegna i due punti che consentono l’aggancio al Milan. A diverse persone non è andato giù il modo in cui si vinse quello scudetto, molti appartengono al partito degli “accusatori” di un campionato falsato e da una “sceneggiata napoletana” che ha fruttato un campionato ancora in bilico. Qielle stesse persone che hanno dimenticato che un clamoroso gol di Marronaro non venne concesso al Bologna contro il Milan nella stessa giornata di campionato, rete che avrebbe consentito comunque al Napoli di “rosicchiare” un punto che nella giornata successiva (Bologna-Napoli 2-4, Verona-Milan 2-1) avrebbe consentito il sorpasso. Resta forse questa la sfida più significativa tra gli orobici e gli azzurri, nonostante negli anni il “Comunale” di Bergamo ha registrato battaglie che hanno lasciato il segno, sia nel bene che nel male. Ma quella del ’90 segna una data importante nella storia del Napoli, il giorno della consapevolezza di essere lì, ad un passo dal tricolore. Oltre all’aspetto sportivo, resta nella memoria dell’opinione pubblica anche una delle poche affermazioni “di palazzo” del Napoli (i maligni diranno che si trattò di uno dei primi “misfatti” di Luciano Moggi), dopo il quale la società azzurra subirà continui grattacapi, tra squalifiche eccessive e multe onerose per fatti abordabili. Si dirà che avere “voce in capitolo” nei posti che contano serve più di cento goal, ma di certo non è il Napoli ad averne usufruito negli anni d’oro, dove anzi, qualcos’altro si sarebbe potuto raccogliere se non fosse che per una cattiva sorte o chissà cos’altro….

Ecco i video relativi :

Atalanta-Napoli 0-0 Alemao colpito da monetina

Bologna-Milan 0-0 clamoroso gol non convalidato a Marronaro

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