Gesti, scaramanzie e spontaneità: il ritratto di Mister Mazzarri

Solitamente ha l’abitudine, anche con temperature bassissime, di stare a bordo campo in maniche di camicia. Si perché ad un certo punto, durante i match del Napoli, oltre a Lavezzi che come un fulmine corre verso la porta avversaria e a Cavani che fa venire le lacrime agli occhi ai portieri delle squadre rivali, vediamo la sua giacca volare via.

Un gesto scaramantico “perché quella volta ha portato bene”. Un portachiavi, tenuto nella tasca della giacca, che ha la forma di una mano: un Hamsa che per l’Islam popolare, rappresenta un rimedio infallibile contro il malocchio e gli influssi negativi in genere. Il linguaggio del corpo: ogni suo gesto dalla panchina è un chiaro messaggio per il giocatore verso il quale si rivolge.

Tutto questo è Mister Mazzarri. Un uomo del nord superstizioso almeno quanto un napoletano. Scrupoloso nel suo lavoro tanto da far studiare ad ogni singolo azzurro il proprio avversario meticolosamente. Attento ai dettagli e instancabile nell’incitare la squadra anche e soprattutto quando si è in vantaggio.

Walter Mazzarri è l’insieme delle cose sopra indicate, ma è soprattutto schietto e naturale, come dimostra questo video del 1998 quando, dopo l’espulsione di Renzo Ulivieri, il tecnico livornese siede sulla panchina azzurra nel match contro il Ravenna in serie B. Il Napoli viene sconfitto, ma il commento post partita è tutto da ascoltare…

[Guarda il video della prima intervista post-partita a Mazzarri http://www.youtube.com/watch?v=O04S1HqWwuc&feature=player_embedded#! ]

 

 

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