CdS Hamsik tra i dieci bomber della storia azzurra

Su, più su: in quell’azzurro celestiale, nell’olimpo degli dei, tra un fornaretto e ‘o lione, ‘o ban­co ‘ e Napule e il pibe de oro, la mano de dios e core n’grato. Visto da Marekia­ro, dal decimo posto dei cannonieri di sempre, il san Paolo è la terra promessa, il giardino d’una giovinezza radiosa, capelli (a spazzola) al vento e petto in fuori, ad urlare alla sua gente, come spesso gli è capitato, non sento, non vi sento: « Haa­amssik » . Cinquanta volte Hamsik, quarantatré delle quali in campionato: in un crescendo da far impallidi­re, per infilarsi nella top ten di tutti i tempi dei bom­ber partenopei, sgretolando la storia a modo suo e infi­landosi, da intruso, in un concerto di attaccanti di razza, istrionici rapinatori dell’area o padreterni del calcio.

DECIMO COMANDAMENTO – Quarantatre reti in campio­nato. Preso per 5,5 milioni di euro dal Brescia nel giugno del 2007 Ha segnato a tutte le “grandi” della serie A Mazzarri, che da due stagioni se lo coccola, lo ha paragonato per forza e velocità a Pavel Nedved in quattro stagioni e un pugno di giornate, strabi­liando da subito e trave­stendosi – per tre stagioni ­addirittura da capocanno­niere: chi l’avrebbe detto, nel giugno del 2007, che quel giovanotto appena ac­quistato dal Brescia per 5,5 milioni di euro sarebbe ar­rivato a tanto? Quarantatre reti ( e ignorando qualche peccato dal dischetto), il centrocampista moderno che scatena paragoni auda­ci, s’è già preso la storia e osserva, da vicino, pratica­mentestandosene furtivo alle loro spalle, Amadei e Jeppson e persino Beppe Savoldi, scassinatori d’area con tanto di certificato a cui mira il poliedrico trequar­tista (e mediano e regista) che s’è di recente confessa­to:«Voglio ottenere sempre di più con questa maglia».

NO LIMITS –L’obiettivo è l’ignoto, o forse un perso­nalissimo Paradiso barda­to di tricolore o chissà co­s’altro ancora: ma, per il momento, Hamsik entranel riservatissimo club dei dieci goleador, un’onorifi­cenza conquistata siste­mando in fila le grandi e i piccini, senza fare sconti a nessuno, Juventus o Inter, Roma o Lazio, Fiorentina o Palermo. Quarantatre reti in campionato e la più bella da scegliere tra gio­ielli di rara bellezza che hanno messo persino lui in difficoltà, dinnanzi al que­stito:« Forse quella con il Milan, nella prima stagio­ne ».Settanta metri palla al piede, una finta ed una controfinta al limite area avversaria, e poi lui che si traveste da piccolo (gran­de) diavolo, consegna la qualificazione all’Interto­to al Napoli e butta fuori dalla Champions i rosso­neri.

LO «STRANO» BOMBER –L’al­legra compagnia annovera un’entità impareggiabile e inimitabile e poi tanti co­muni mortali, nati però per segnare: Diego è la divinità assoluta, ma da Sallustro ad Amadei c’è una sequela di attaccanti puri che onora lapropria vocazione e che le­gittimamente riesce a col­locarsi in vetrina. Hamsik è l’uomo qualunque che strappa le catene e scara­bocchia sulla carta d’identi­tà alla voce professione, ri­voltando il mondo e le clas­sifiche e inventandosi go­leador.

L’IDENTIKIT –Lui chi è, ver­rebbe da chiedersi: e la cro­naca, separata dai fatti, è raccontata da chi l’ha alle­vato, da chi lo ha analizzato, da chi ne ha goduto delle benefiche accelerazioni, dalle irruzioni goliardiche nei sedici metri altrui. Per Edy Reja, in avvio, fu la sin­tesi di ” Gerrard e Lam­pard”, l’incursore made in Slovacchia in stile England; ma per Mazzarri, che da due stagioni se lo coccola, è ricomparso l’abbinamento a Nedved, sussurrato al­l’inizio d’una carriera da uomo bionico. Et è finito tra i primi dieci cannonieri di sempre del Napoli: Mare­kiarissimo, cos’altro ag­giungere…

Fonte:Corriere dello Sport

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