“La cultura della sconfitta”

Vincere e perseguire il successo e’ una motivazione positiva ed essenziale per lo sviluppo e la crescita di una persona, che diventa negativa quando e’ presentata come unico e solo obiettivo.
Bisogna chiarire che l’agonismo e’ inteso come impegno a dare il meglio di se stessi nei confronti degli altri e che una prestazione o una vittoria hanno percio’ significato quando rappresentano una conquista su se stessi, frutto di un impegno voluto e tenacemente perseguito.
La caratteristica fondamentale dello sport competitivo e’ che si fonda sul concetto di agonismo, inteso come confronto, ma anche come amore per la lotta. Non si puo’ inibire l’istinto a farsi valere in campo, il cui fondamento psicologico e’ costituito dall’impulso aggressivo.
Lo sportivo e pronto alla competizione quando comprende e vive con il giusto equilibrio le esperienze della vittoria e della sconfitta. Infatti, sono entrambe positive se intese come momento di conoscenza del proprio e altrui limite.
Il saper perdere e’ un obiettivo che pare utopistico da realizzare, ma la coscienza e la cultura del significato, in senso sportivo, e’ di facile apprendimento se la sconfitta non viene drammatizzata e colpevolizzata.
Lo sportivo vivra’ tutta la vita attraverso vittorie e sconfitte; se sara’ in grado di accettarle e superarle non avra’ nessun timore di affrontare qualsiasi esame, ostacolo, gara o confronto.
“VINCERE AD OGNI COSTO” . Si pensa. Si dice. Si riporta. Ma quel “ad ogni costo” suona come parola d’ordine dei furbi, di quelli che fingono di aver subito un fallo e cercano di fregare l’avversario e l’arbitro.
Ma a chi la vogliamo raccontare?
Incolpare l’arbitro, ci serve solamente per trovare alibi alla nostra incapacita’ di saper perdere, non riuscendo ad accettare la sconfitta, come superiorita’ dell’avversario.
Cerchiamo quindi  ad “IMPARARE A PERDERE” e sara’ la nostra prima grande vittoria di squadra.

Fonte: GLOBAL TRAINER GROUP

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