Pronti. Partenza. Via!




Dimaro accoglie la prima amichevole del Napoli con un cielo grigio e nuvoloso. Si prospetta pioggia, ma pare che possa reggere almeno per un paio d’ore. E in effetti ha aspettato il triplice fischio dell’arbitro per bagnare definitivamente le centinaia di tifosi che sono accorsi quassù per vedere un allenamento a soli 20 euro.

Sorvolando sul prezzo che ha visto volare parecchie bestemmie, il clima era comunque festoso e goliardico. Il fischio d’inizio è alle 17, ma già due ore prima, dal terrazzino di casa, vediamo napoletani che s’incamminano verso il campo armati di bandiere, maglie e sciarpe azzurre. Ci guardiamo atterriti, troviamo un po’ esagerato andare due ore prima al campo per vedere Napoli- Rappresentativa Trentino. Ma evidentemente sbagliamo. Alle 16 i parcheggi sono quasi tutti pieni, i posti centrali presi e la collinetta già colonizzata. Le casse suonano le canzoni che siamo abituati ad ascoltare anche al San Paolo. Compresa la preferita dal nostro portierone e tutti cominciamo a cantare divertiti: “ Non succederà più che …”. Chi l’avrebbe mai detto! Parte ovviamente anche un “Oi vita mia”. Ormai in automatico ci scaldiamo e cantiamo. Prove tecniche di trasmissione. Ci saranno quest’anno altri scenari ben più importanti in cui far risuonare il nostro coro. C’è anche il solito gruppo arrampicatosi sulla rete di protezione. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti di una vera partita. Tutto tranne i nostri riti scaramantici. Tutto tranne i nostri chicchirichì! Complicato trovarne quassù e sinceramente neanche ci proviamo. Ci faremo trovare meno impreparati alla prossima partita al San Paolo!

Intanto la Rappresentativa Trentino comincia il riscaldamento prima dei nostri, ma si fermano quando gli azzurri entrano e quando si allenano ai tiri in porta. Li guardano come li guardiamo noi. Con gli occhi degli amanti del calcio. Al rientro delle squadre prima del fischio, un ragazzino della squadra avversaria raggiunge Hamsik e gli chiede qualcosa, forse la maglia a fine partita. Marek gli sorride quasi con tenerezza. Il clima ci fa intendere che non sarà una partita all’ultimo sangue, che non sarà una finale di Champion’s, che forse questa avrebbe potuta giocarla anche Sosa. Insomma, una partita in relax. Un po’ come con l’Inter all’ultima in casa!

Si dà lettura delle formazioni e lo si fa con uno speaker che abbiamo amato fin dalla prima sillaba: un accento “vagamente” partenopeo e lontanamente italiano: De Sanctis, Fernandez, Cannavaro, Ruiz, Maggio, Dossena, Donadel, Inler, Hamsik, Santana e Mascara. Fino a qui tutto bene. Poi la panchina. E qui veniamo a conoscenza di un nuovo acquisto fresco fresco: Smail. Zmail. O giù di lì. Già so che per noi resterà così per tutta la stagione!

La partita va via liscia, si stenta a segnare, ma si gioca solo nella loro metà campo, il nostro portierone è impegnato solo ad incitare i compagni e ad accogliere un retropassaggio fatto più per fargli marcare la presenza che per altro. Al secondo tempo si cambia tutto. Fuori i primi 11, dentro gli altri 11. Rivedere Mannini, Rinaudo e Bogliacino provoca un certo brivido lungo la schiena. E al primo  cross di Mannini e al decimo goal sbagliato di Mariano capiamo che non è il freddo.

Con quelli che sono i “probabili” titolari, assenze considerate ovviamente, il gioco si è visto. Belli gli inserimenti di Hamsik; Inler ha dettato legge al centrocampo ed è di una precisione e di una visione di gioco impressionante, soprattutto per chi è abituato ai lanci di Gargano; Dossena avrà bestemmiato in aramaico antico su ogni lancio di Gokhan visto che lui, fuori forma e lento, non aveva nessuna intenzione di correre dietro ad un pallone mentre lo svizzero lo cercava spesso. Mascara inaugura la stagione dei goal azzurri e tenta anche uno dei suoi colpi da lontano a sorprendere il portiere, per poco non riuscito. Nel secondo tempo la squadra è un po’ più confusa, ma segna di più. Complici i tanti cambi anche nella squadra avversaria e un Lucarelli in forma smagliante. E’ sicuramente uno dei più acclamati. Praticamente un nuovo acquisto. Siamo contenti per lui e per noi!

Finisce 6-0, ci perdiamo il goal di Cigarini per salutare il turco napoletano passato sotto la tribuna. Lo speaker si esalta sempre  di più, forse anche troppo, tanto da lasciarsi andare in un “ma vir’ nu  poc’…” a microfono ancora acceso. E’ definitivamente il nostro eroe della giornata.

Ma chi è veramente in forma non è in campo. E’ sugli spalti. Grandi chicche da parte dei tifosi per una partita in cui le battute si sono sprecate. Santana è invitato a fare un assolo in area di rigore; Dossena s’immagina chiederà piangendo a Bigon di andare all’Udinese  ora che Inler è qui perché lo serve troppo e gli mancano già i passaggi nei distinti o all’avversario di Gargano; a Rinaudo prima non gli si perdona di essere andato alla Juve, ma subito dopo si rettifica non perdonandolgi di essere tornato a Napoli; a Rosati gli si propone una lettura di un giornale visto che a differenza di De Sanctis non ha  marcato neanche la presenza. Ma la più bella è a fine partita: c’è un gruppo di tifosi azzurri che ha tutta l’aria di voler scavalcare, i soliti noti, e i carabinieri presenti, circa sette/otto (!) preparano con evidente tensione la tenuta antisommossa. Manganelli, caschi, scudi, tutte le protezioni possibili. Si schierano sulla pista d’atletica ai blocchi di partenza. I quattro scalmanati napoletani  non certo spaventati,  evidentemente non hanno tutta questa voglia di compiere il gesto atletico dello “scavalco” e desistono. I carabinieri restano lì, sulla pista di atletica, credendosi probabilmente minacciosi, concentrati. Noi li guardiamo con aria dubbiosa, quasi con tenerezza. E dagli spalti un grido: “Pronti! Partenza! Viaaaa!”.

E per fortuna, una risata ci seppellirà.

 

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