De Laurentiis: “Il Calcio Napoli non può stare a verificare la fedina penale di ognuno che entra”

I germi nocivi di “scommessopoli” vogliono intaccare la credibilità del Napoli.  Quanto riportano le agenzie, gli investigatori della squadra mobile, su delega della Procura di Napoli, hanno acquisito i filmati di tre partite che riguardano la squadra partenopea. Due della scorsa stagione e una di quella appena terminata. Oltre alla famigerata e tanto discussa partita Napoli-Parma a finire nell’occhio degli inquirenti ci sono altre due partite: una dello scorso anno e una della stagione appena conclusa. La prima è Sampdoria-Napoli (1-0, ndr), ultima partita del campionato 2009-2010, in cui con un gol di Pazzini, i blucerchiati raggiunsero il quarto posto che era valso la qualificazione in Champions League. La seconda sotto inchiesta è Lecce e Napoli, conclusa con la vittoria per due a uno per i padroni di casa.

Per quanto riguarda la presenuta foto che attesti la presenza del boss a bordo campo, interviene al riguardo il presidente De Laurentiis: “Questo signore presentato nelle foto era vicino a un rappresentante delle forze dell’ordine ed era alle dipendenze di un manutentore del campo di gioco” .  Il numero uno azzurro reclama l’innocenza dela sua società e ribadisce la piena estranietà dei fatti, anche perchè, ripetiamo ancora una volta, nulla è stato accertato e nessun procedimento penale risulta a carico della società.  Secca è stata la risposta del patron:”A me non risulta che il Napoli sia coinvolto nel calcioscommesse. Sulla presenza allo stadio di determinati elementi, le società di calcio non possono essere considerate responsabili, perché allo stadio non può andare solo chi è colpito da Daspo, tutti gli altri possono avere accesso in luoghi pubblici”.

Secondo De Laurentiis la responsabilità dell’accaduto non va scaricata esclusivamente sulle società di calcio, ma va ripartita con la Lega Calcio, perchè essa dovrebbe avere maggiore controllo sugli introiti provenienti dalle scommesse: “Quindi o stabiliamo con Platini regole ferree, oppure si finisce nel sensazionalismo. Il calcio va difeso e non bruciato“.

Alessandro D’Auria

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